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“Il Mito di Leonardo a Otranto”

Nel giorno dell’anniversario del furto della Gioconda nel Louvre e nel centenario del ritorno della stessa nel museo parigino, il curatore della mostra, Prof. Vezzosi, svelerà novità sorprendenti ai visitatori e parlerà dei rapporti fra Leonardo e la Città dei Martiri

21 agosto 2014 – ore 18 – Castello di Otranto

Domani, 21 agosto, nel giorno dell’anniversario del furto della Gioconda nel Louvre (21 agosto 1911) e nel centenario del ritorno della stessa nel museo parigino (1914), e a cinquant’anni da quando Marcel Duchamp ha rielaborato in multipli dissacranti (come quello esposto ad Otranto) la sua Joconde L.H.O.O.O., il curatore della mostra, Prof. Alessandro Vezzosi, svelerà novità sorprendenti ai visitatori e parlerà dei rapporti fra Leonardo e la Città dei Martiri.
Appuntamento alle ore 18.00 presso il Castello di Otranto. Coloro che decideranno di visitare la mostra domani, pagando il ticket, potranno conoscere i dettagli delle opere esposte nel maniero otrantino e notizie interessanti circa la figura di Leonardo Da Vinci.
Vi sarà, inoltre, la proiezione dell’animazione in 3D di Kasey McMahon “Waltz di Monna Lisa”, con musiche di Sir Anthony Hopkins (2014), accompagnata da un’istallazione di geometrie e Gioconde come farfalle.

Con 20 opere antiche (dal Cinquecento all’Ottocento) e 60 moderne e contemporanee (dal furto del 1911 ad oggi), la mostra presenta un percorso di sorprendenti riscoperte e variazioni sul tema dell’icona-Gioconda, attraverso l’antico, il moderno e il contemporaneo: dalla straordinaria variante della Gioconda nuda, definita “l’ultima invenzione pittorica di Leonardo”, alla genesi del mito e degli equivoci alla fine del Settecento e nel XIX secolo. E poi dai due eventi di rottura che hanno creato un fenomeno planetario: il furto del 1911, per la cronaca, e la “Gioconda con i baffi” di Duchamp, per le avanguardie artistiche. In parallelo alla “Giocondolatria”, le dissacranti provocazioni dell’iconoclastia fanno riflettere su un “nodo” della storia dell’arte che vive nel presente, incontrollabile nella sua evoluzione, caotico nella sua estensione, virale nel suo diffondersi. È un fenomeno che dilaga con la stessa carica espansiva che caratterizza le mutazioni del WEB semantico: è la “Gioconda 3.0”.

Alle origini della mostra, non mancano ipotesi e interrogativi sui rapporti tra Leonardo e Otranto: da Francesco di Giorgio Martini a Gian Giacomo Trivulzio per le fortificazioni in relazione a studi di Leonardo nel suo Codice di Madrid e in un manoscritto dello stesso Francesco di Giorgio.

Come ricostruisce il curatore Alessandro Vezzosi nel libro catalogo, già nel 1908, un celebre e autorevole studioso di Leonardo, Edmondo Solmi, pubblicò la notizia secondo la quale Leonardo si era recato a Otranto. Si basava sul testo che si legge sull’epigrafe della tomba dell’arcivescovo Serafino da Squillace nella Cattedrale di Otranto e nel “Taccuino dei due mari” (Ms. L) di Leonardo che si conserva a Parigi nell’Istituto di Francia.
“Siamo ingannati dai desideri, e siamo traditi dal tempo, e la morte deride gli affanni; la vita ansiosa svanisce”.

Ricordiamo che la mostra “Il mito di Leonardo a Otranto”, dal 12 luglio al 30 settembre presso il Castello di Otranto, è stata voluta dall’Amministrazione Comunale, curata dal Museo Ideale Leonardo Da Vinci, diretto da Alessandro Vezzosi, e coordinata dall’Associazione culturale – gruppo di ricerca artistica – From Zero, in collaborazione con l’Associazione Culturale Colosseum e con Salentoweb.tv e con il patrocinio di Lecce2019.

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