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Caroppo: Università islamica a Lecce: nessuna pregiu-diziale ostilità ideologica, ma ci sia chiarezza sugli investitori e sulla finalità inclusiva dell’opera

Quale rappresentante dei cittadini salentini tutti, ritengo di dover intervenire nell’interessante e quantomai opportuno dibattito sorto attorno alla paventata progettazione di una “università islamica” a Lecce per affermare una premessa ed evidenziare due esigenze.

La premessa consiste nell’affermare senza riserva la necessità di tenere fermi ed anzi tutelare, nei confronti di tutti i cittadini, i principi costituzionali della libertà di iniziativa economia e della libertà religiosa, che non possono mai essere messi in discussione.

Ciò posto, però, vanno rivendicate con forza due esigenze.

In primo luogo occorre chiarezza e trasparenza sullaidentità” dei fondi esteri islamici che per conto di tale Confederazione delle imprese mediterraneesarebbero pronti ad investire decine di milioni di euro nella iniziativa.

Com’è noto l’islam è un universo estremamente variegato, segnato da reali differenze e divergenze, all’interno del quale alcuni gruppi – come sta avvenendo, ad esempio, in Iraq con il califfato di Abū Bakr al-Baghdādī – propongono un’interpretazione estrema e ultra-fondamentalista del Corano che sostiene la necessità della propagazione della fede in armi con conseguente persecuzioni dei fedeli di altre religioni, compresi gli stessi musulmani. E, del resto, nel mondo è già avvenuto che luoghi qualificati come “centri culturali” di fatto siano serviti a questi gruppi per fare propaganda e arruolare nelle proprie file personale paramilitare. Per questo, senza alcuna ostilità pregiudiziale verso liniziativa, vi è assoluta esigenza di conoscere chi ci sia dietro questi cospicui investimenti.

In secondo luogo, proprio in vista del raggiungimento di una pacifica e proficua convivenza e integrazione, occorre sin da subito chiedere ed evitare che questa università islamicasia lennesimo momento di autoesclusione della comunità islamica.

In questi anni, infatti, stiamo assistendo al fallimento dei due modelli di integrazione principalmente adottati in Europa, quello assimilazionista (Francia) e quello multiculturalista (Gran Bretagna), poiché le comunità islamiche tendono ovunque ad isolarsi dotandosi delle proprie scuole, dei propri cimiteri, dei propri ospedali, delle proprie macellerie, ecc… Poiché come italiani ed anche come salentini da sempre riteniamo – e lo dimostriamo con i fatti – che distinguere le persone in base al proprio orientamento religioso indebolisce la capacità inclusiva della società, occorre scongiurare il pericolo che mentre a Lecce si lavora e si investono risorse per linclusione, altri investano per la segregazione.

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