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ICO TITO SCHIPA “PAGINA NERA PER LA CULTURA PUGLIESE, SPERO RESTI UNO SPIRAGLIO CHE PORTI LA REGIONE A NON LAVARSENE DEL TUTTO LE MANI”

Si rischia di non finanziare le Ico pugliesi nel 2015, l’amarezza di Congedo

Le Ico pugliesi rischiano di non ricevere nessun finanziamento per il 2015, peraltro dopo che il Consiglio regionale ha bocciato ieri due emendamenti bipartisan che prevedevano due distinti tipi di intervento per la Ico Tito Schipa di Lecce. Il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia Erio Congedo commenta con amarezza quanto accaduto.

“C’è forte rammarico per quello che è successo – è la sensazione il giorno dopo – anche perché abbiamo scelto di impostare la battaglia per le Ico sul buon senso e sullo spirito di collaborazione. Ma soprattutto pensavamo fosse decisivo il fatto che la Legge Del Rio ha trasferito interamente le competenze sulla cultura dalle Province alle Regioni. L’aula ha bocciato per la Ico Tito Schipa sia l’emendamento con una previsione di 1 milione e 160 mila euro (pari al finanziamento annuale della Provincia di Lecce), sia quello con una previsione straordinaria di 300 mila euro (pari a quanto stanziato dalla Regione nel 2014). Ad oggi, per il 2015 il Bilancio della Regione Puglia prevede un finanziamento per le Ico pari a zero euro. Devo rimarcare che non sono serviti né gli appelli nella direzione del salvataggio di un pilastro della cultura di questa regione, né soprattutto quelli per il futuro occupazionale di cinquanta orchestrali.

Resta – continua – un semplice ordine del giorno che non ha copertura nel Bilancio e lo spettro che se entro gennaio 2015 la Fondazione non dovesse essere in grado di programmare la stagione (al momento la prospettiva più concreta di tutte) la Ico leccese resterebbe fuori dal Fondo Unico per lo Spettacolo, con conseguenti effetti devastanti. Spero vivamente che sia ancora possibile cancellare questa pagina nera e che la Regione, magari nelle pieghe del Bilancio, trovi ancora lo spazio e la volontà di uno stanziamento, dimostrando di non aver voluto lavarsi le mani rispetto al destino di queste istituzioni della cultura pugliese”.

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