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“PARAVINERIA”? NEL SALENTO SI CHIAMA “AQUANEGRA” ED OSPITA ANCHE UN’OPERA AL VINO DI ARIANNA GRECO

 E’ nata da appena due settimane e registra già il tutto esaurito la nuova realtà enoica che ha introdotto il concetto di “paravineria”.

 E’ AquaNegra, a Castrignano dei Greci (Le),un nome non lasciato al caso e svelato sui social solo pochi giorni prima dell’apertura, un nome che richiama alla mente, per assonanza, il vitigno tipico di quelle terre, il Negramaro, appunto. Da “Niger” e “Mavros”, dal latino e dal greco antico a sottolineare il colore “doppiamente nero” del vino che scorre nelle vene dei salentini, un vino che inebria, che colora e che sporca i tessuti e perché no, le tele.

“Perché una para-vineria?”, abbiamo chiesto a Luca Fioretti, uno dei tre soci del locale, “perché le proposte enologiche al mondo d’oggi son talmente tante che per offrire una risposta ad ogni eventuale richiesta avremmo bisogno di tutto lo scibile enoico possibile ma questo per noi che siamo all’inizio di questa esperienza non è ancora possibile e quindi abbiamo deciso di usare il prefisso “para” che indica somiglianza, affinità o anche relazione secondaria perché la nostra è proprio una PARAVINERIA!”.

Ma non solo proposte da calice, AquaNegra è un posto in cui accanto al buon vino, “servitore della tavola”, come ama definirlo il grande Sandro Sangiorgi, si possono degustare i migliori prodotti del territorio da raccontare e sostenere. La qualità della materia prima regna sovrana.

Presenza attiva nel locale è quella di Carlo De Iacob, anche lui socio nonché proprietario del Ficodindia Beach, tra i più bei lidi ai Laghi Alimini e di Luca Moriero, terzo socio di AquaNegra nonché chef del ristorante.

E in questa nuova esperienza, tra improvvisazioni di gusto, non poteva mancare anche un’opera d’Arte realizzata col vino stesso. Perché il vino sa essere Arte a 360 gradi.  E’ di Arianna Greco, nota  artista di fama internazionale , l’opera “AquaNegra” che fa bella mostra di sé tra le pareti del locale e che non può passare inosservata. Realizzata a colpi di negramaro, l’opera raffigura una donna timida ma dallo sguardo acceso, una bellezza che si cela parzialmente dietro ad una mano chiusa, la sua, quasi a volersi nascondere ma desiderosa di spiccare il volo. Con chi o quando non è dato saperlo.

Un’immersione di piacere nell’ambiente caldo e accogliente di quello che è destinato a diventare il fiore all’occhiello per gli amanti della qualità con un approccio “para-vinoso” alla vita.

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