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NARDO’: RISI AVEVA PRONTO UN IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO PUBBLICO-PRIVATO A PENDINELLO

Spunta una proposta di delibera del 2012. Mellone preannuncia una querela per l’ex sindaco

“Querelerò nuovamente Marcello Risi che improvvidamente mi ha dato dell’imbroglione e del bugiardo”. Così il sindaco Pippi Mellone torna a parlare del tema rifiuti e impianti di compostaggio preannunciando una querela nei confronti dell’ex sindaco. “Mi sono scocciato di questo furbacchione che con la solita retorica da scolaretto di D’Alema vuole provare disperatamente a cambiare la storia. Il 19 giugno 2016 i neretini lo hanno mandato in pensione, hanno chiesto con determinazione di uscire dalla città degli spettri che ci ha consegnato, hanno chiuso con la sua gestione che ha mandato l’ente e la comunità tutta a un passo dalla liquidazione per fallimento.

Per esigenza di chiarezza – puntualizza – ribadisco che a Nardò sorgerà un impianto per la plastica, che non avrà alcuna ripercussione sul nostro territorio, aiuterà l’ambiente e contribuirà a ridurre la bolletta. Questo ovviamente esclude del tutto la possibilità che nasca contestualmente un impianto pubblico per il compostaggio, per il quale avevamo dato la nostra manifestazione di interesse. Lo abbiamo già formalmente comunicato alla Regione Puglia e al commissario Grandaliano. È singolare scoprire nel momento in cui Risi ci accusa di volere il compostaggio che la sua amministrazione, il 16 aprile 2012, aveva predisposto una dettagliata delibera (n. 163) per realizzare una “piattaforma per il trattamento delle frazioni organiche. Impianto di compostaggio a F.O.R.S.U. più frazione verde con produzioni energetiche in località Pendinello”. L’impianto pubblico-privato – recita la delibera – “può essere messo al servizio sia dei comuni del bacino Le2 che di quelli viciniori situati in bacini limitrofi (…) e che potrà essere successivamente ampliato per far fronte ad eventuali futuri incrementi dei quantitativi F.O.R.S.U.”. Parla di vantaggi “energetici, ambientali e agricoli”, di “positive ricadute sotto molteplici profili”, di “progetto particolarmente qualificante”. È chiaro, nero su bianco, che l’amministrazione dei disastri si era predisposta a realizzare un impianto di compostaggio capace di accogliere i rifiuti organici di tutta la provincia e in prospettiva anche da fuori. Prego, portate tutto qui, era in sintesi il senso dell’operazione. Peraltro, ma questo è un mistero, non si capisce perché nel 2011 decise di non accedere a un finanziamento regionale per realizzare un impianto completamente pubblico, salvo poi proporre a distanza di pochissimi mesi dalla scadenza di quel bando, un impianto di compostaggio di natura pubblico-privata. La delibera non fu approvata, ma la volontà politica è chiara che più non si può. Quindi se lo fa lui (peraltro, pubblico-privato) è provvidenziale per Nardò, se lo facciamo noi (pubblico) è una sciagura.  

“Ora – continua ancora Pippi Mellone – è inaccettabile che l’artefice di tutto questo o di ormai celebri tentativi di suicidio ambientale come la condotta (abbiamo fatto ridere il mondo per aver scelto deliberatamente nel XXI secolo di perpetuare nel nostro mare lo scarico dei reflui, come nel Medioevo), venga ad adombrare comportamenti non limpidi o contrari all’interesse collettivo o all’ambiente neretino da parte alla mia amministrazione. È scandaloso che il Sindaco che in cinque anni non ha mosso un dito per la messa in sicurezza di Castellino venga oggi a dire a noi (che in due anni con la Regione abbiamo chiuso la caratterizzazione) che la città deve prima completare la bonifica della discarica. È stupefacente che questo irresponsabile che è stato il “padre” dell’ampliamento della discarica Rei per l’amianto (amianto, non umido!) in contrada Vignali-Castellino, si permetta a dare lezioni di politica ambientale.

Io non ho dubbi su di lui: è stato un amministratore totalmente inadeguato. Da due anni mi passano tra le mani, ogni giorno, piccole e grandi questioni che abbiamo avuto in eredità e che sono una strepitosa ed eloquente carrellata di scelte punitive per la città, di problemi non affrontati, di logiche da Medioevo amministrativo, di errori da dilettanti allo sbaraglio. L’atroce disegno di “usare” la città solo per arrivare a Roma – miseramente fallito, anche questo – emerge dalla brutalità con cui ha amministrato Nardò in cinque, lunghi e orribili anni. E oggi qualche insulto, si rassegni Mr. Amianto, non lo salverà dall’oblio da cui goffamente cerca di tirarsi fuori”.

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