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AMBIENTE E SVILUPPO-“C’E’ LA VOLONTA’ POLITICA DI REALIZZARE IL PORTO TURISTICO?”

Erio Congedo difende il progetto del porto a Otranto

 

Il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia Erio Congedo irrompe nel dibattito sulla realizzazione del porto turistico a Otranto (un progetto stoppato dall’Arpa e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dopo quasi 8 anni di lungaggini burocratiche) e chiede al Governo nazionale e alla Regione una presa di posizione politica sulla questione.

“Questa storia – evidenzia – è un capolavoro dei paradossi, visto che dopo quasi 8 anni di pareri di varia natura, valutazioni di impatto ambientale, conferenze di servizi, modifiche e ricorsi giudiziari, l’Arpa e la Soprintendenza hanno demolito tutto quanto con i loro pareri negativi. Premesso che non ho alcun dubbio sul fatto che lo sviluppo non possa prescindere dal rispetto dell’ambiente, la vicenda apre un paio di profili problematici. Il primo è la capacità del territorio pugliese di attrarre investimenti, considerata la clamorosa stravaganza di una iniziativa privata che dopo tutto questo tempo e questo dispendio di risorse è, di fatto, al punto di partenza, senza sbocchi. Una iniziativa che avrebbe potuto cambiare le sorti del territorio, rivoluzionando il comparto nautico del Salento e rinforzando in misura inimmaginabile la sua potenzialità turistica. Il secondo profilo è quello che inevitabilmente porta a chiedersi quanto incida la burocrazia sull’autodeterminazione dei propri percorsi di sviluppo da parte di un territorio.

E’ necessario allora – aggiunge Congedo – che sulla vicenda del porto turistico di Otranto si vada oltre i meri pareri dell’Arpa e della Soprintendenza e si pretendano le prese di posizione politiche del Governo, attraverso il Ministero dei Beni Culturali, e della Regione Puglia. Lo sviluppo o non-sviluppo del Salento, le scelte strategiche di un territorio, gli investimenti e la libertà di iniziativa di un privato, non possono dipendere esclusivamente da procedure burocratiche ingessate e da un sistema pachidermico. A meno che dietro ai dinieghi non ci sia una chiara volontà politica che non può esplicitarsi e che pone per altre vie ostacoli di natura tecnica. Se fosse così, sarebbe stato utile capirlo prima, per risparmiare tempo e risorse e per mettersi in pace l’anima e le velleità di sviluppo e di crescita del Salento”. 

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