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Blocco autostrada ristoratori. Rivendicazioni e violenza. Necessaria? Cultura e media

Il blocco che i ristoratori hanno fatto dell’Autostrada del Sole tagliando il Paese in due per rivendicare la riapertura del commercio, fa riflettere.
Comprensibilmente disperati, i ristoratori hanno fatto quel che accade da secoli: violenza per far conoscere le proprie ragioni. Con le dovute differenze, come i terroristi che ammazzano nel mucchio perché si parli di loro e si intimorisca il proprio interlocutore per una reiterazione della violenza. In entrambi i casi, la risposta più o meno violenta dello Stato, crea vittime/eroi, giudicati tali in base ai punti di vista. Ma mentre per i terroristi la reazione dello Stato trova alto consenso nell’opinione pubblica, non si può dire altrettanto per i ristoratori. A parte le vittime dello specifico disagio causato dal blocco e la simpatia/antipatia per movimenti estremisti che cavalcano il disagio, con maggiore problematicità per manifestanti e Stato… chi se la sente di non prestare attenzione alle loro motivazioni per cercare di capire come farsi tutti (salute ed economa) meno male?
Quindi per farsi sentire occorre violenza. Non solo fisica contro il proprio interlocutore e i suoi amministrati (blocco autostrada), ma anche psicologica come quella del russo Alexei Navalny in sciopero della fame che evidenzia la responsabilità del suo interlocutore grazie alla violenza che lui fa sul proprio corpo.
Alcune scuole di pensiero dicono che la violenza sia motore dell’umanità. Scuole maggioritarie. Ma siamo sicuri che nel 2021 debba continuare così?
Questa violenza c’è per portare al centro dell’attenzione un problema ritenuto sottovalutato o escluso. Accade in una Italia ed un Pianeta dove c’è informazione totale ma… per informare c’è bisogno di violenza. Se, per esempio, non ci fosse estrema violenza sessista, i media non si occuperebbero del problema, perché l’informazione è impostata su altrettanto shock/violenza del messaggio: più è truce il fatto, più è mediatizzato.
Va bene così? La democrazia è tale per sostituire la violenza con la politica, il dialogo. Siamo in alto mare: si riesce ad avere DEMOCRAZIA DELL’INFORMAZIONE solo violando regole che, pur nella loro imperfezione perfettibile, ci sono (manifestazioni civili, petizioni, referendum, elezioni, dibattiti, forum, etc). Chi informa – che ovviamente ha solo la propria responsabilità di farlo e non un obbligo specifico – sembra distratto. Se i ristoratori invece di bloccare l’autostrada avessero sfilato in fila sui marciapiedi, avrebbero avuto altrettanto riscontro mediatico? No! Perché? Risposta standard; “noi media dobbiamo vendere per vivere e il sangue si vende meglio della passeggiata”. Siamo sicuri? E’ come un cane che si morde la coda: fintanto che col cane non ti metti a giocare, lui continua da solo. Cominciamo a giocare?

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