12 Giu 2015
Calimera ricorda le sue donne vittime del lavoro
55 anni fa sei donne calimeresi persero la vita nell’incendio della locale fabbrica di tabacco
L’Amministrazione comunale le ricorda con il suono prolungato della sirena
Sabato 13 giugno 2015 Ore 8.10
13 giugno 1960 ore 8.10 dal centralino del Comune di Calimera viene inoltrata al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce una richiesta di intervento per un incendio divampato nei locali magazzini della Fabbrica di Lavorazione del Tabacco “Villani Pranzo” di Via Martano n° 11 del Comune di Calimera.
In quell’incendio, causato dall’inosservanza delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, persero la vita sei donne calimeresi e le operaie superstiti riportarono danni di salute permanenti.
A Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifania Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco, Luigia Bianco, Assunta Pugliese e alle loro compagne, nel ricordo di quel tristissimo giorno, l’Amministrazione Comunale di Calimera dedica “una carezza” della memoria e invita la cittadinanza ad osservare un minuto di silenzio nel ricordo di tutte le vittime del lavoro.
Alle ore 8.10 di sabato 13 giugno 2015 un suono prolungato di una sirena inviterà la cittadinanza ad unirsi a chi “lavorando per un tozzo di pane” perse la vita.
“Non vogliamo dimenticare – dice Francesca De Vito sindaca di Calimera, fresca di nomina. 55 anni dopo vogliamo continuare ad occuparci della nostra storia, perché la nostra storia racconta chi siamo oggi, perché le ferite di una comunità non riguardano alcuni ma sono di tutti. Quel tragico episodio non può essere derubricato come un incidente perché dietro c’era quello per cui tante donne e tanti uomini prima di noi hanno combattuto: c’era il lavoro nero, c’era l’assenza di ogni diritto, c’era la fatica che stremava quelle donne strette nei loro camicioni di tela con i fazzoletti legati al capo, ricurve a piegare le foglie del tabacco per la manifattura. A quelle donne, al loro sacrificio, noi, professioniste, casalinghe, impiegate, dobbiamo tutto. È questo il senso di questa memoria”.



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