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Chiesa di Santa Barbara a Montesardo –Alessano-: il finanziamento che la salva e il progetto che la restituirà a devoti e studiosi

Presentato il piano di recupero del piccolo tempio religioso del XIII secolo con i suoi pregiati affreschi.

Rappresentano emergenze storico culturali di rilievo e baluardi di devozione, ma non solo: sono i numerosi edifici votivi di campagna disseminati tra i paesaggi rurali. Come la chiesetta  di Santa Barbara e di quel che resta dell’antichissimo convento in agro di Montesardo, oggi finalmente al centro di un progetto di restauro conservativo e riqualificazione funzionale, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale guidata dal dott. Osvaldo Stendardo e all’intervento del Gal Capo Santa Maria di Leuca presieduto da Rinaldo Rizzo. Giovedì  14 Novembre è stato presentato alla comunità, nel corso di un incontro pubblico, il progetto. Quest’ultimo prevede anche l’installazione, all’interno delle stanze adiacenti l’edificio principale, di una sala multimediale. L’intervento del dott. Del Casale, già Sindaco di Alessano ha descritto la storia lunga e travagliata che portò all’acquisizione di questo autentico gioiello, altrimenti destinato alla rovina. La Chiesetta costruita attorno all’anno 1000, riveste una particolarità nel panorama degli edifici di culto salentini. Infatti come ha illustrato l’arch. Luigi Nicolardi, che assieme al geom. Raffaele Rizzo e all’Arch. Antonio Sergi costituiscono il team di esperti chiamati a ridare dignità strutturale alla chiesa, il manufatto era annesso all’ antico monastero di Clarisse o benedettine; un caso di monachesimo femminile, insolito per l’epoca e per l’area, che si aggiunge agli interrogativi sul culto di Santa Barbara, non propriamente “locale”. Ma la chiesa conserva anche altri aspetti, che se indagati potrebbero raccontare dell’effervescenza culturale e sociale di epoche antichissime:  rimaneggiata nel tempo essa presenta infatti tracce messapiche. Un capitolo affascinante e suggestivo rimane poi il ciclo di affreschi, labili ma potenti, che campeggia all’interno dell’unica navata della chiesa di Santa Barbara, la cui prima fase risalirebbe al XIV secolo,  dove si distingue tra l’altro, oltre all’omonima Santa con il suo simbolo iconografico, una raffigurazione trecentesca della Deesis, ossia la “supplica”, tema cristiano di matrice culturale bizantina. Ora, il Dirigente U.T.C. Nunzio d’Ambrosio,soddisfatto dell’intervento, auspica un veloce parere delle Sovrintendenze per restituire quanto prima alla comunità un pezzo di storia e d’arte del Salento.

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