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CONCERTO CAMERISTICO

Continuano le serate dedicate alla musica di alto livello accademico promosse dal Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce che nel suo ricco cartellone presenta al pubblico salentino le sue migliori realtà artistiche. Il nuovo incontro, che si terrà mercoledì 2 aprile 2014 alle ore 20.30, nel rinascimentale salone della Biblioteca Caracciolo in Lecce, è affidato alle cure del pianista di fama internazionale PIERLUIGI CAMICIA che affiancherà i giovani talenti dello SCHIPA WIND QUARTET e del QUARTETTO D’ARCHI PRIMALDO nell’esecuzione del Quintetto di fiati con pianoforte K 452 di Wolfgang Amadeus Mozart e del Quintetto d’archi con pianoforte op. 44 di Robert Schumann.

Completato in data 30 marzo 1784, il Quintetto K. 452 in mi bem. magg. di Mozart fu eseguito per la prima volta al Burgtheater di Vienna due giorni appresso, interprete al pianoforte lo stesso autore. L’entusiastica accoglienza riservata al brano si ricava da una lettera al padre Leopold, nella quale Mozart giudicò il pezzo «la cosa migliore che abbia mai scritto finora in vita mia […]. Mi sarebbe piaciuto farlo ascoltare anche a lei; e che splendida esecuzione! A dire il vero, alla fine ero stanco dal gran suonare – e non è poco onore per me che i miei ascoltatori non si stancassero mai». Il buon successo del Quintetto K. 452 trova conferma nel fatto che Mozart volle poi eseguirlo alla presenza di Giovanni Paisiello in un concerto privato organizzato da un suo concittadino trasferitosi a Vienna, la cui figlia (Babette von Ployer) fu allieva prediletta del musicista. La partitura per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte ha una struttura in tre movimenti. Il primo (LargoAllegro moderato), in “forma-sonata”, presenta vari temi introdotti dal pianoforte, poi passanti da strumento a strumento ciascuno impegnato a variarne le linee melodiche: senza prevaricare gli strumenti a fiato, ma instaurando con essi un limpido e disteso dialogo, il pianoforte sfoggia la magnificenza delle proprie risorse espressive. Come altri secondi movimenti di composizioni mozartiane il lieve e gentile Larghetto si fa «romantica rêverie basata su effetti di magica bellezza sonora» (Abert). L’Allegretto è in forma di “rondò”, del genere solitamente usato da Mozart per il finale di numerosi concerti per pianoforte da lui concepiti in quel periodo. La critica è unanimemente concorde nel considerare tale unicum della produzione mozartiana una vetta, un punto di svolta per tutta la successiva opera cameristica con pianoforte: «esempio perfetto di dialogo concertante» (Halbreich), il Quintetto K 452 di Mozart «resta ancor oggi il più nobile esempio di musica da camera per strumenti a fiato» (Paumgartner).

Dopo un decennio quasi esclusivamente pianistico, Schumann decise di dedicarsi dapprima alla composizione di numerosi Lieder, poi a orientarsi verso la musica da camera e verso quella sinfonica, anche per rispondere a specifiche richieste avanzate da musicisti suoi amici. Una missiva di Liszt, in data 1839, riassume l’opinione diffusa nella cerchia dei novatori romantici: «Credo di aver già espresso in una mia lettera precedente il desiderio che voi scriviate qualche brano d’insieme: trii, quartetti, quintetti o settimini. Mi perdonate se insisto ancora su questo punto?». Il nuovo corso creativo del musicista dipese anche da una sua nuova condizione psicologica: la gioia suscitata dalla nuova vita familiare, dopo l’agognato matrimonio con Clara, sebbene alternata a improvvise crisi depressive che gli fecero sentire il pianoforte e la voce «troppo ristretti». Ciò non implicò l’esclusione dello strumento prediletto dai suoi interessi, ma lo spinse ad affidare a esso nuovi compiti, in una nuova e più alta destinazione nella musica da camera. Composto da Schumann nel 1842 (con dedica alla moglie), il Quintetto per due violini, viola, violoncello e pianoforte op. 44 in mi bem. magg. è una pagina di grande espressività e di alto livello artistico. L’autore vi armonizza sapientemente il rigore stilistico del quartetto d’archi, attinto con diligenza alle composizioni di Haydn, Mozart e Beethoven, con la libertà espressiva e la ricchezza della sua scrittura pianistica romantica. La prima esecuzione del brano si ebbe in forma privata a Lipsia, in data 6 dicembre 1842, con Clara al pianoforte. Il Quintetto op. 44 si articola in quattro tempi d’elegante e scorrevole musicalità. All’iniziale movimento Allegro brillante fa seguito il secondo In modo d’una marcia: un poco largamente, agitato – il cui doloroso tema è stato ripreso nel film capolavoro Fanny e Alexader (1982) di Ingmar Bergman – dapprima uscito col titolo di “Marcia funebre”, ispirandosi al tempo lento dell’Eroica di Beethoven. Il festoso e brillante Scherzo: molto vivace, Trio I e II trova esito nel quarto movimento Allegro, ma non troppo nel quale, pur fungendo da raccordo nel dialogo tra i vari strumenti ad arco, il pianoforte è protagonista, tra slanci improvvisi e tenere melodie che catturano con immediatezza l’ascoltatore.

PIERLUIGI CAMICIA pianista di spiccato talento, il cui prestigio interpretativo e tecnico è stato acquisito e maturato da precocissima frequentazione dello strumento all’alta scuola di insigni maestri. Inizia la carriera concertistica sulla scia di premi conseguiti in Concorsi Nazionali (Treviso) e Internazionali di grande prestigio (Busoni, Ciani, Chopin) e con l’ammirazione e la stima di artisti quali Rostropovitch, Ferrara, Ciccolini. I suoi recital in Europa (Germania, Polonia e Svizzera) e negli Stati Uniti d’America (Salt Lake, Cleveland, Akron, Los Angeles, Fresno, etc.) riportano sempre ampi consensi di critica e di pubblico. Titolare di cattedra al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari dal ’73, chiamatovi dall’allora direttore Nino Rota, è maestro di una schiera di talenti già alla ribalta del concertismo internazionale. Ha inciso musiche di Chopin, Giuliani, Faurè e van Westerhout per le etichette Abegg e Bongiovanni. Dal 2003 è Direttore Artistico della “Camerata Musicale Salentina” di Lecce. Tiene Masterclass di pianoforte e musica da camera per Università in Usa e in Festival in Germania, Francia, Kosovo. Ha suonato per importanti Teatri, Orchestre e Associazioni concertistiche in Italia, tra cui La Scala di Milano, il Teatro Verdi di Trieste, l’Ente Lirico Sinfonico di Cagliari, il Bellini di Catania, La Fenice di Venezia. Nel 2000 ha ricevuto il Premio per la Musica “Nelo Freni”. Nel novembre 2007 è stato nominato dal Ministro dell’Università e della Ricerca on. Fabio Mussi Direttore del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce “per meritata fama”.

Il QUARTETTO D’ARCHI PRIMALDO del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce è formato da Veronica Schifano (violino I), allieva del M° Fernando Toma, Silvia Rizzo (violino II), allieva del M° Flavio Caputo, Cristian Musio (viola), allievo della Prof.ssa Emilia Mellerio e da Federico Musarò (violoncello), allievo del M° Paolo Ferulli. I quattro giovani artisti frequentano le rispettive scuole di strumento del Biennio Specialistico e dell’Ordinamento Previgente, oltre che la scuola di Quartetto tenuta dal M° Antonio Zitano. Benché ancora studenti, vantano già diverse esperienze concertistiche in varie formazioni orchestrali e da camera, in Italia e all’estero.

Lo SCHIPA WIND QUARTET è una giovanissima formazione che inizia il proprio percorso cameristico al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. L’ensemble è formato da Antonio De Pascalis (oboe), allievo del M° Corrado D’Elia, da Fabrizio Miglietta (clarinetto), allievo del M° Aldo Mauro, da Davide Cicerello (corno) allievo del M° Paolo Valeriani e da Antonio De Santis (fagotto), allievo del M° Giuseppe Spedicati. Ha in repertorio alcune delle composizioni più rappresentative della letteratura cameristica e ha già tenuto diversi concerti, ottenendo grande successo di pubblico e di critica per la verve esecutiva e l’alternanza di apprezzati solisti.

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