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Corruzione, Mantovano: astenuto perché il mito della legge non corrisponde alla realtà delle singole norme

Sono tanti i casi, nella vita quotidiana e anche nella vita delle istituzioni, di divergenza fra il mito e la realtà. La legge sulla corruzione rientra in tali casi. Il mito è tutto ciò che si è ascoltato, anche – da ultimo – nell’aula della Camera: questa legge dovrebbe far crescere l’immagine dell’Italia nel mondo, aumentare la competitività delle nostre imprese, rendere più efficace il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione. La realtà è che la parte di questa legge dedicata alla prevenzione immette nell’ordinamento un bel po’ di burocrazia aggiuntiva; la parte dedicata alla repressione, fra l’altro, disarticola istituti penalistici secolari – penso alla estrapolazione della condotta di induzione dalla figura di reato della concussione – e introduce sanzioni gravi per il lobbismo illecito, delegando alla magistratura inquirente di decidere di volta in volta quale attività lobbistica è legale e quale no (dal momento che manca una disciplina organica del lobbismo). Per questo, pur avendo votato ieri la fiducia al Governo, oggi non sono riuscito ad andare oltre l’astensione al provvedimento.

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