header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

Criminali di Puglia – 1973-1994: dalla criminalità negata a quella organizzata

Racconta Palmieri di un’altra Puglia, tragica e dolorosa, e lo fa con la passione dell’impegno e il rigore della ricerca, sgombrando il campo da tante semplificazioni e luoghi comuni riguardo la cosiddetta “Quarta mafia”. Ma soprattutto con quell’apertura e profondità di sguardo imprescindibile con cui si indagano i fenomeni criminali.

(dalla prefazione di don Luigi Ciotti)

Ricostruire e mettere insieme la storia di alcuni eventi per capire l’attualità: è quanto accade nella novità delle edizioni la meridiana Criminali di Puglia. 1973-1994: dalla criminalità negata a quella organizzata (collana paceinsieme, pp. 272, Euro 18,00) di Nisio Palmieri, già sindacalista e attuale coordinatore del “Centro Studi e Documentazione dell’Osservatorio per la legalità e sicurezza” di Bari.

Il volume effettua una ricostruzione di 21 anni della storia criminale pugliese, una storia spiacevole ma necessaria da conoscere, su cui si è scritto e studiato ancora poco. Non fa onore ai pugliesi, non fa onore all’Italia, ma spesso l’onere della democrazia passa attraverso la storia, anche quella più controversa.

La storia è quella della criminalità in Puglia che, in quanto negata, non riconosciuta, non nominata correttamente, si è organizzata. Fino a resistere, mutando casacca e interessi. Il libro di Nisio Palmieri racconta appunto gli anni in cui nelle Puglie le infiltrazioni mafiose attecchirono: sul Gargano, nella Capitanata, nel brindisino, nel leccese, nel barese levantino. Armi, droga, contrabbando, appalti, queste le ‘modalità operative’. Fenomeni non letti o indagati nell’insieme: marginali, irrilevanti in un territorio ritenuto sano. Eppure «sono le imperfezioni dell’economia e della politica a favorire la nascita e lo sviluppo della criminalità organizzata».

Per questo oggi, in un Paese imperfetto e fragile economicamente e politicamente, il libro di Nisio Palmieri è essenziale. Perché nomina quei fenomeni, li ricostruisce nel tessuto sociale ed economico che ha permesso che si generassero. Cita i protagonisti di quel tempo ricollocandoli nell’attuale geografia degli interessi economici e politici. E poi la Puglia era ed resta ancora oggi il ponte nel Mediterraneo e verso l’est. La criminalità pugliese, come quella siciliana, come la camorra di Gomorra, non sono e non possono essere solo ‘cosa nostra’.

«Le mafie – ci ricorda don Ciotti nella prefazione – sono rese forti dall’individualismo insofferente delle regole, da una politica che tradisce la sua missione di servizio al bene pubblico, dal vuoto e dallo smantellamento dei servizi sociali e dei progetti educativi, in una parola: dal deficit di quella corresponsabilità che rappresenta la spina dorsale di una democrazia». Ed è proprio questo deficit che la ricostruzione di questo libro intende colmare.

Il libro uscirà a breve anche nella versione ebook a cura di BookRepublic (www.bookrepublic.it).

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.