3 Gen 2016
Donne che nutrono il mondo.
Il Femminile nell’Arte, nella Cultura, nella Letteratura, nel Teatro, nella Musica, nella Danza del Mediterraneo
Si terrà il 4 Gennaio alle ore 20.30 nella Chiesa di Casaranello l’ultimo appuntamento della Rassegna Fineterra promossa dall’Istituto di Culture Mediterranee con il sostegno dell’assessorato alle Industrie Culturali e Turistiche della Regione Puglia.
Triace è un progetto che da otto anni caratterizza la sua musica con giochi di stile e attenzioni al dettaglio, fondendo antico e moderno per costruire un nuovo sound carico di suggestioni della tradizione ma anche di sperimentazione, che spinge il progetto verso un’ambientazione sonora che va aldilà della popolarità dei testi.
Il linguaggio della cultura popolare lascia ampio spazio al jazz, all’improvvisazione, alle percussioni incisive e calde che portano Triace a caricarsi di atmosfere ipnotiche, pronte quasi a spezzare il rapporto melodico con la tradizione per poi, a tratti, ricongiungersi con esso.
La formazione vede in scena Emanuela Gabrieli (voce e tamburo a cornice), Carla Petrachi (voce), Alessia Tondo (voce e tamburo a cornice), Marco Rollo (piano e programmazione elettronica), Alessandro Monteduro (percussioni)
La rassegna FINETRRA prende il titolo Donne che nutrono il mondodalla mostra di Valentina D’Andrea in corso presso le scuderie del Castello di Acaya e si rivolge al Mediterraneo sud orientale, scenario di innumerevoli quotidiane tragedie. Le donne, insieme con i bambini, rappresentano una percentuale significativa di quella umanità migrante che affronta il mediterraneo per abbattere il muro dell’indifferenza europea verso il destino del sud del mondo. Nei fagotti delle donne migranti si trovano sogni e speranze differenti da quelli degli uomini. A quei sogni e a quelle speranze intende dare voce FINETERRA attraverso il talento di artiste straordinarie che si sono fatte strumento di testimonianza e di condanna delle contraddizioni e delle ingiustizie del mondo.
L’Istituto di Culture Mediterranee conduce da anni un lavoro di ricerca sul rapporto tra le arti e le migrazioni. Nel fenomeno migratorio che interessa il Mediterraneo, le donne hanno ruolo decisivo. Più degli uomini esse rappresentano la volontà di una umanità decisa a ribadire il diritto alla vita a costo della vita stessa. In questa prospettiva le “opere” delle donne sono “necessarie” alla stessa sopravvivenza spirituale del pianeta, il cui futuro, ancora una volta, si gioca lungo le coste del mare Mediterraneo.
La fame di armonia, di equilibrio, di grazia, di spiritualità, che attanaglia l’umanità la possiamo ritrovare nell’arte delle donne del Mediterraneo.
Solo le “opere” frutto della determinazione e della tensione verso la vita e il futuro di cui le donne sono capaci possono rappresentare un argine alla desertificazione spirituale e valoriale del mondo e nutrire il pianeta di una nuova spiritualità che nelle arti trova il suo modo di esprimersi.
Al centro della rassegna, come è ormai tradizione, ci sarà il rapporto tra il Mediterraneo e il Salento che è emerso soprattutto nel Concerto Per la Vita e Per la Pace tenutosi il primo gennaio a Otranto con la Floating art orchestra, progetto speciale della Bandadriatica che per l’occasione ha incontrato Savina Yannatou, Saba Anglana e altri musicisti e interpreti provenienti da Palestina, Libano, Armenia in un concerto molto partecipato che ha celebrato la possibilità che la musica e l’arte diventino testimoni di dialogo e di pace nel Mediterraneo.
Si terrà il 4 Gennaio alle ore 20.30 nella Chiesa di Casaranello l’ultimo appuntamento della Rassegna Fineterra promossa dall’Istituto di Culture Mediterranee con il sostegno dell’assessorato alle Industrie Culturali e Turistiche della Regione Puglia.
Triace è un progetto che da otto anni caratterizza la sua musica con giochi di stile e attenzioni al dettaglio, fondendo antico e moderno per costruire un nuovo sound carico di suggestioni della tradizione ma anche di sperimentazione, che spinge il progetto verso un’ambientazione sonora che va aldilà della popolarità dei testi.
Il linguaggio della cultura popolare lascia ampio spazio al jazz, all’improvvisazione, alle percussioni incisive e calde che portano Triace a caricarsi di atmosfere ipnotiche, pronte quasi a spezzare il rapporto melodico con la tradizione per poi, a tratti, ricongiungersi con esso.
La formazione vede in scena Emanuela Gabrieli (voce e tamburo a cornice), Carla Petrachi (voce), Alessia Tondo (voce e tamburo a cornice), Marco Rollo (piano e programmazione elettronica), Alessandro Monteduro (percussioni)
La rassegna FINETRRA prende il titolo Donne che nutrono il mondodalla mostra di Valentina D’Andrea in corso presso le scuderie del Castello di Acaya e si rivolge al Mediterraneo sud orientale, scenario di innumerevoli quotidiane tragedie. Le donne, insieme con i bambini, rappresentano una percentuale significativa di quella umanità migrante che affronta il mediterraneo per abbattere il muro dell’indifferenza europea verso il destino del sud del mondo. Nei fagotti delle donne migranti si trovano sogni e speranze differenti da quelli degli uomini. A quei sogni e a quelle speranze intende dare voce FINETERRA attraverso il talento di artiste straordinarie che si sono fatte strumento di testimonianza e di condanna delle contraddizioni e delle ingiustizie del mondo.
L’Istituto di Culture Mediterranee conduce da anni un lavoro di ricerca sul rapporto tra le arti e le migrazioni. Nel fenomeno migratorio che interessa il Mediterraneo, le donne hanno ruolo decisivo. Più degli uomini esse rappresentano la volontà di una umanità decisa a ribadire il diritto alla vita a costo della vita stessa. In questa prospettiva le “opere” delle donne sono “necessarie” alla stessa sopravvivenza spirituale del pianeta, il cui futuro, ancora una volta, si gioca lungo le coste del mare Mediterraneo.
La fame di armonia, di equilibrio, di grazia, di spiritualità, che attanaglia l’umanità la possiamo ritrovare nell’arte delle donne del Mediterraneo.
Solo le “opere” frutto della determinazione e della tensione verso la vita e il futuro di cui le donne sono capaci possono rappresentare un argine alla desertificazione spirituale e valoriale del mondo e nutrire il pianeta di una nuova spiritualità che nelle arti trova il suo modo di esprimersi.
Al centro della rassegna, come è ormai tradizione, ci sarà il rapporto tra il Mediterraneo e il Salento che è emerso soprattutto nel Concerto Per la Vita e Per la Pace tenutosi il primo gennaio a Otranto con la Floating art orchestra, progetto speciale della Bandadriatica che per l’occasione ha incontrato Savina Yannatou, Saba Anglana e altri musicisti e interpreti provenienti da Palestina, Libano, Armenia in un concerto molto partecipato che ha celebrato la possibilità che la musica e l’arte diventino testimoni di dialogo e di pace nel Mediterraneo.