17 Mag 2021
“FOR AN ECOLOGY OF THE PAST. COLONIAL MEMORY AND THE SUSTAINABILITY OF PRESENT”
IL 18 MAGGIO A UNISALENTO INCONTRO CON LA SCRITTRICE MAAZA MENGISTE
La scrittrice Maaza Mengiste, autrice de “Il Re Ombra” (Einaudi 2021), è l’ospite dell’incontro “For an ecology of the past. Colonial memory and the sustainability of present”, in programma all’Università del Salento domani, martedì 18 maggio 2021, alle ore 17.30 su http://bit.ly/meeting_invitatio. L’incontro è organizzato nell’ambito del corso di dottorato internazionale del Dipartimento di Scienze giuridiche in “Diritti e sostenibilità” (XXXVI ciclo).
«Maaza Mengiste, professoressa di scrittura creativa presso il Queen College della City University of New York, racconta una storia che in Italia per molto tempo si è scelto di non ricordare o di offrirne una versione auto assolutoria», sottolinea il professor Luigi Nuzzo, coordinatore del corso di dottorato, «Siamo nel 1935, la campagna di Etiopia è appena iniziata e le armate di Mussolini si avviano a entrare ad Adis Abeba. Pochi mesi dopo l’Italia avrà il suo impero, esercitando per cinque anni una brutale occupazione. Nonostante la propaganda del regime non ci fu mai, per la strenua resistenza opposta dagli uomini e dalle donne etiopi agli invasori, un pieno controllo del territorio. Quegli uomini e soprattutto quelle donne che combatterono gli italiani e, allo stesso tempo, i meccanismi patriarcali della loro cultura, sono i protagonisti principali del romanzo. Il libro, tuttavia, parla anche dei soldati italiani e, sfuggendo a ogni semplificazione, ne complica la rappresentazione attraverso la figura di un soldato fotografo. Egli è complice e testimone, con la sua macchina fotografica, della violenza fascista; in quanto ebreo, egli è anche diverso e vittima lui stesso, quando le leggi razziali arriveranno anche in colonia e ne imporranno l’espulsione dall’esercito. Si tratta dunque di un libro importante, dalla forte valenza politica, che ci obbliga a ricordare e a confrontarci con un passato disturbante che continua a inquinare il dibattito politico e giuridico attuale. La sostenibilità del nostro presente dipende dall’uso che si fa del passato e da come vengono attivate le operazioni che preesistono al processo di costruzione della memoria collettiva. La memoria, infatti, si definisce attraverso una lunga e delicata negoziazione tra ciò che si vuole ricordare e ciò che si vuole cancellare. Anche i giuristi hanno partecipato attivamente a questo processo, prima contribuendo alla mobilitazione della società interna affinché condividesse e partecipasse al progetto coloniale fascista e, poi, con la caduta del regime, sostenendo l’immagine di un’anomalia del colonialismo italiano o espellendo, fino ad anni recenti, le tematiche coloniali dal discorso giuridico».