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Il Centro Studi Abusi Psicologici lancia un’indagine statistica sulle vittime di culti distruttivi in Italia

Un’indagine su tutto il territorio nazionale per raccogliere quanti più dati possibili sulle vittime di culti distruttivi. A lanciarlo con l’obiettivo di redigere un quadro preciso della situazione è il Ce.S.A.P. Centro Studi Abusi Psicologici, ente pugliese che lavora in tutta Italia per contrastare ogni tipo di abuso ed aiutare chi ne è rimasto coinvolto e i familiari a ritornare ad una vita normale.

“Da oltre 20 anni la nostra associazione si occupa di ascoltare, sostenere e rappresentare presso tutte le sedi opportune, le vittime dei contesti settari e le loro famiglie. Ogni anno sono centinaia le richieste di aiuto che ci arrivano e a cui tentiamo di dare risposta – afferma la dottoressa Lorita Tinelli, fondatrice del Cesap -. Abbiamo pensato ad attivare ora una ricerca conoscitiva su territorio nazionale, al fine di rilevare dati che intendiamo comparare con quelli di altre ricerche similari adottate in altri Stati da colleghi studiosi del fenomeno settario. L’obiettivo è quello di fare un punto della situazione globale e di portare dati oggettivi per meglio affrontare la problematica dal punto di vista istituzionale e specialistico”.

Il questionario è rivolto alle vittime ed è anonimo, e si trova sul profilo Facebook del Cesap (o cliccando su questo link https://urly.it/34crc).

Una ricerca simile è stata già effettuata nel 2000 i cui dati verranno poi confrontati con quelli che si otterranno con questa nuova indagine, allo scopo di evidenziare i cambiamenti avutisi nel corso degli anni. Inoltre, i nuovi dati saranno incrociati con quelli raccolti da colleghi di altri stati, intenti all’elaborazione di simili ricerche.

“Al momento, in tre giorni di attivazione della ricerca on line, hanno compilato il questionario 102 persone, dei gruppi più disparatati, tra piccoli e grandi presenti sul territorio. La percentuale maggiore degli aderenti è rappresentata dal sesso femminile. Ma il dato interessante e che conferma quanto sino ad ora abbiamo espresso è che non esiste un limite culturale – continua la dottoressa Tinelli -. Vi sono coinvolti liberi professionisti, ingegneri, laureati in discipline umanistiche, professionisti affermati. Questo a dimostrare, ancora una volta che la scelta di entrare in un culto distruttivo è una scelta emotiva e non razionale. I contesti settari citati quindi non hanno tutti natura spirituale, ma molti hanno obiettivi di crescita personale”.

L’indagine conoscitiva permetterà anche di stimolare la collaborazione delle Autorità competenti in materia: ancora oggi, infatti, si discute sul tema dei comportamenti indotti e del condizionamento delle scelte, senza contare che vi è, inoltre, un vuoto legislativo da colmare, dopo la cancellazione del “reato di manipolazione mentale” presente nel Codice penale (art. 603).

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