header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

Il Premio Barocco Festival ospita il giornalista Gianni Minà

Tra scrittura e impegno sociale, un evento dedicatoad una penna emerita del giornalismo italiano

Si apre con la presenza di un importante nome del giornalismo italiano la 46ma edizione del Premio Barocco Festival per la sezione Letteratura.

Gianni Minà, uno dei giornalisti italiani più conosciuti all’estero per i suoi reportage e documentari che hanno evoluto il linguaggio giornalistico della televisione, presenterà il suo libro “Il mio Alì” dedicato al leggendario  Cassius Clay-Muhammad Ali.

Minà, voce narrante di innumerevoli Mondiali e Olimpiadi oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, ha seguito tutta la vicenda umana e sportiva del pugile, fino a raccontarne il mito. L’appuntamento, che gode del patrocinio dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo del comune di Gallipoli, rientra nel cartellone della Stagione teatrale “Arte Viva”, grazie all’attenzione prestata dal primo cittadino della città bella, dr. Francesco Errico, da sempre attento ai temi legati al sociale e alla cultura.

Lo storico Teatro Garibaldi di Gallipoli, nel cuore della città antica, la location dell’evento  che si terrà venerdì 5 giugno alle 18,30 e che si avvarrà anche della prestigiosa partecipazione del giornalista Rai, Attilio Romita nella veste di moderatore.

Il libro, edito da Rizzoli, raccoglie gli articoli scritti da Gianni Minà su Cassius Clay-Muhammad Ali dal 5 marzo 1971 ad oggi, con una prefazione d’autore firmata dalla cantante Mina, grande appassionata ed esperta di pugilato.

Minà, per il Tg2 della Rai, seguiva, dall’inizio degli anni ’70, l’avventura umana e sportiva del “mito americano con la faccia nera”, il più prestigioso pugile del secolo appena trascorso. Una sorta di diario accompagnato dagli articoli, dettati “a braccio” nella notte, da Los Angeles o da Las Vegas, da Kinshasa o da Manila, al Corriere dello Sport e poi anche a la Repubblica e altri giornali. Queste cronache caratterizzavano gli Stati Uniti di quegli anni, quelli del riscatto degli afroamericani, di Martin Luther King, delle conquiste de “l’altra America”, l’America che lottava per l’affermazione dei diritti civili.

Cassius Clay, che per abbracciare la fede musulmana aveva cambiato il suo nome in Muhammad Ali, non solo fu al centro di questi eventi sportivi e sociali, ma ne fu in molti momenti uno dei protagonisti. Da allora fino a tempi più recenti quando, nel 1991, si impegnò perfino per la liberazione di alcuni cittadini nordamericani sequestrati in Iraq da Saddam Hussein. Una vita narrata da una penna eccellente oltre che da un testimone diretto, un’esistenza fatta di eventi storici, compresa la commovente accensione della fiamma olimpica di Atlanta, già fragile e tormentato dal morbo di Parkinson.

Una scrittura “emotiva” quella di Minà, dalla quale si evince la personalità dell’uomo oltre che del cronista, da sempre particolarmente attento ai temi sociali di grande portata. Non a caso, oggi, Minà edita e dirige la rivista di geopolitica “Latinoamerica e tutti i sud del mondo”.

La rivista, nata nel 1979 a Roma, ha riunito sin dal principio studiosi, osservatori, commentatori, testimoni intorno al progetto di parlare in Italia di un’area di mondo che in un libro di Minà è stato definito “un continente desaparecido”.

Proprio per evitare che l’America Latina sparisse dall’informazione italiana ed europea, gli appassionati fondatori decisero fin dall’inizio di parlare di quelle terre, di quelle culture, di quelle esperienze politiche senza superficialità, con grande rispetto e con tutta la competenza possibile, cercando da una parte di incentivare gli studi italiani su quel continente e dall’altra, di offrire punti di vista, bibliografie, analisi, denunce provenienti direttamente da quella che Che Guevara definiva “nuestra grande America”.

Latinoamerica” attualmente si presenta come un trimestrale e continua a cercare di caratterizzarsi ancor di più sull’attualità scritta dai pensatori e dagli uomini di cultura più prestigiosi del continente, tra i quali Sepúlveda, Gelman, Galeano, Paco Ignacio Taibo II, Chavarría, Retamar, Miguel Bonasso, Rolo Diez, Ernesto Sabato, Frei Betto, Rigoberta Menchú, vale a dire da coloro che sono ancora convinti non sia una professione da stupidi rifiutare l’immagine di un continente ineluttabilmente condannato alla miseria e alla sconfitta e quindi pronti a ribellarsi con le loro denunce e le loro analisi, ai modelli economici e alle impostazioni sociali che, molto spregiudicatamente il mondo che conta, quello occidentale, si ostina a proporre, anzi ad imporre all’America Latina e a tutto il Sud del mondo.

La rivista è in vendita on line, dal n. 93 nel negozio www.gmeshop.it, nelle librerie Feltrinelli e in tutte le librerie indipendenti.

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.