header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

In alto i calici, l’evoluzione del comparto vitivinicolo pugliese

L’evento organizzato nell’area istituzionale della Regione Puglia al Vinitaly

Presentati i numeri del comparto regionale nell’evento organizzato dalla Società Leader 

La Puglia incide per il 13% sul vigneto Italia e per il 18% sulla produzione vino. È quanto emerso nell’appuntamento “In alto i calici, l’evoluzione del comparto vitivinicolo pugliese“, organizzato dalla Società Cooperativa Consortile Leader con il contributo del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia. A snocciolare i numeri del vino pugliese nell’incontro tenutosi nell’area istituzionale della Regione Puglia al Vinitaly di Verona lunedì 11 aprile, Denis Pantini, responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma. «La Puglia del vino ha intrapreso da diversi anni un percorso di valorizzazione qualitativa i cui risultati non si sono fatti attendere, sia sul mercato internazionale che italiano. Negli ultimi cinque anni – ha affermato Pantini – l’export di vino pugliese è cresciuto a valori del 46% contro una media di quello nazionale del 26%. Anche nella Gdo italiana, le vendite dei vini fermi regionali sono cresciute del 21% tra il 2019 e il 2021, rispetto ad un trend complessivo di tutti i vini che – ha concluso – ha registrato un +9%».

Una Puglia che ha spiccato il volo grazie all’impegno e all’abnegazione delle piccole e grandi aziende vocate alla qualità e alle produzioni legate a vini tipici certificati. Un percorso di crescita che ha visto le realtà produttive investire in professionalità e innovazione. «La Puglia vitivinicola negli ultimi 30 anni – ha affermato Massimo Tripaldi, Presidente di Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabriaha avuto una radicale trasformazione, passando da essere produttrice di vini sfusi, destinati a migliorare vini di altre zone, ad affermare le proprie identità attraverso le sue denominazioni e i suoi vitigni autoctoni. Fondamentale contributo per questa metamorfosi, è stata l’evoluzione di tecniche enologiche e la figura dell’enologo, che sempre più è diventato il catalizzatore del miglioramento qualitativo. I numeri che oggi esprime la Puglia nel mondo – ha concluso – non sono un caso fortuito, ma frutto di scelte tecniche ed economiche fatte dall’intero settore vitivinicolo».

Un’evoluzione positiva accompagnata anche da scelte strategiche in termini di promozione e valorizzazione messe in campo dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, che negli ultimi anni ha saputo interpretare i cambiamenti del mercato e le nuove esigenze dei consumatori. «La Regione Puglia deve soltanto fare la parte politica che gli compete – ha affermato Donato Pentassuglia, Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia cioè accompagnare il percorso innovativo delle aziende, di tutto il processo che ha visto una fortificazione dei territori con una propria tutela e valorizzazione e da lì ripartire guardando al futuro proprio in termini innovativi. Non abbiamo bisogno di guardare indietro – ha concluso Pentassuglia – perché sono stati fatti grandi passi in avanti. Ora dobbiamo partire da questo per recuperare mercati e fette di mercato che magari sono ancora disponibili»

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.