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“La memoria e il ricordo – Un viaggio per non dimenticare”

Domani, venerdì 21 febbraio alle ore 17.30, nell’auditorium del Comune di Casarano, sarà presentato il progetto “La memoria e il ricordo – Un viaggio per non dimenticare”, promosso e organizzato dalla Provincia di Lecce, in collaborazione con l’associazione culturale “Jump in” di Poggiardo.

Cuore dell’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, un viaggio “guidato” nei luoghi simbolo delle Foibe e dell’Olocausto, in programma a partire dall’1 marzo prossimo.

All’incontro interverranno per un saluto il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, l’assessore provinciale alle Politiche giovanili Bruno Ciccarese e il sindaco del Comune di Casarano Gianni Stefàno. I dettagli del programma saranno illustrati dalla presidente dell’associazione “Jump in” Valeria Carluccio. Spazio, quindi, alla riflessione di Sofia Schito, autrice del libro “La B capovolta” e alla toccante e coinvolgente testimonianza di Maurizio Fumarola Mauro, noto avvocato leccese ultranovantenne, sopravvissuto alla terribile esperienza nei lager nazisti.

L’assessore provinciale alle Politiche giovanili Bruno Ciccarese spiega il senso dell’iniziativa: “Quest’anno saranno 100 i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, provenienti da 40 Comuni del Salento, a vivere un’esperienza indimenticabile. Avranno, infatti,  la preziosa opportunità di fare un viaggio formativo di conoscenza completa delle pagine più orribili della nostra storia, dalle foibe di Basovizza ai due campi di sterminio di Auschwitz – Birkenau. L’obiettivo è commemorare tutte le vittime innocenti della follia umana e continuare a sensibilizzare su temi così importanti, con l’auspicio che quanto accaduto non si ripeta mai più”.

I 100 ragazzi coinvolti d’intesa con i Comuni salentini, partiranno in autobus da Lecce, sabato 1 marzo alle 5 del mattino, alla volta di Trieste, dove faranno la prima tappa per visitare il giorno successivo, domenica 2 marzo, la risiera di San Sabba, l’enorme stabilimento per la per la pilatura del riso, costruito nel 1898 nel periferico rione triestino di San Sabba. Il complesso industriale fu utilizzato dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943, e verso la fine di ottobre come campo di detenzione di polizia (Polizeihaftlager) per lo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, deposito dei beni razziati, luogo di detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei.

La giornata proseguirà con la visita alla foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992, simbolo di tutte le atrocità commesse verso la fine della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dai militari e dai partigiani jugoslavi di Tito che, a Trieste e nell’Istria, torturarono, uccisero e gettarono, migliaia di persone, molte ancora vive, dentro le voragini naturali del Carso, le cosiddette “foibe”.

Lunedì 3 marzo è previsto l’arrivo in Polonia, dove ci sarà la visita nel campo di concentramento di AuschwitzBirkenau. Il programma prevede anche una visita della città di Cracovia e del suo museo nazionale.

Il campo di concentramento di Auschwitz, dal 1979 patrimonio dell’umanità e dell’Unesco, è uno dei tre campi principali che formavano il complesso situato nelle vicinanze di Auschwitz, in Polonia. Ne faceva parte Birkenau, l’immenso lager nel quale persero la vita, nelle camere a gas, oltre un milione e centomila persone, in stragrande maggioranza ebrei, russi, polacchi e zingari.

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