La richiesta di dimissioni del presidente della Provincia di Lecce inoltrata a mezzo stampa da Sergio Blasi può essere intesa come la boutade di fine anno di un Partito Democratico allo sbando, che non sa in che direzione procedere, stretto com’è tra le legittime richieste dei cittadini e le inadempienze croniche della Regione Puglia e del Governo Renzi.
Antonio Gabellone dovrebbe dimettersi, secondo Blasi, per il semplice fatto che con responsabilità cerca di anticipare i problemi per agevolarne la soluzione, al fine di evitare quanto succede in Regione dove si è soliti rendersi conto dei disastri con mesi e mesi di ritardo.
Oggi Blasi difende Vendola ed Emiliano, proprio lui che ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’Agricoltura e che ha rimproverato quello alla Sanità di accettare diktat e ricatti.
Oggi Blasi, per un secondo di visibilità, dimentica le accuse lanciate a Vendola e quelle rivolte ad Emiliano. Lui, paladino dell’incoerenza, che sostiene il Governo Renzi e poi marcia contro le riforme sul lavoro, lui che a Bari vota contro lo stanziamento delle risorse per la Ico Tito Schipa, mentre prima firma una nostra richiesta per salvare l’orchestra, lui che NO TRIV a Leuca e SI TRIV dove gli fa comodo. Se il centrosinistra avesse governato con la stessa serietà di Antonio Gabellone, la Puglia non starebbe nella situazione in cui versa.
La Regione avrebbe dovuto istituire l’osservatorio regionale previsto dall’accordo Stato-Regioni l’11 settembre scorso, ma l’ha fatto con due mesi di ritardo.
Siamo di fronte ad un politico fuori contesto e ad una proposta politica, la sua, fuori dal mondo.
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