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LA RINASCITA DI SANT’ISIDORO, ECCO IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE

1,3 milioni di euro per parcheggi, aree pedonali, rimozione di manufatti e ripascimento

Anche la marina di Sant’Isidoro nel “cuore” dell’agenda amministrativa. La giunta guidata dal sindaco Pippi Mellone ha approvato il progetto esecutivo dell’intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera di Sant’Isidoro, corredato da tutti i pareri necessari e redatto dall’architetto Antonio Vetrugno. Un progetto che ha un valore di 1 milione e 300 mila euro, che punta ad innalzare la qualità del paesaggio, a salvaguardare la naturalità del luogo e a invertire i processi di degrado e che l’amministrazione comunale è pronta a candidare ai fondi previsti per i Comuni dal Dpcm del 21 gennaio 2021 sulla rigenerazione urbana. Ciò nell’ambito di una strategia più ampia, pianificata e calendarizzata da tempo, che è finalizzata alla riqualificazione dell’intero tratto di costa che va dal parco di Portoselvaggio al confine con il comune di Porto Cesareo.

Sant’Isidoro merita un’attenzione particolare perché non è mai stata adeguatamente valorizzata ed è segnata tuttora da fenomeni di crescita irregolare, di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici. Un paradosso per una località balneare distante appena dieci chilometri dal centro abitato di Nardò, nota per la spiaggia sabbiosa e caratterizzata da un litorale che si estende, curvandosi per circa un chilometro, a partire dalla cinquecentesca Torre di difesa (fatta erigere su volere di Carlo V per combattere le incursioni saracene) di fronte alla quale si trova anche, a pochi metri dalla riva, un isolotto, fino a Torre Squillace, che segna il confine amministrativo tra il comune di Nardò e quello di Porto Cesareo.

“La nostra amministrazione – ricorda il sindaco Pippi Melloneche in pochi anni è già quella che ha fatto più di tutte per valorizzare la marina di Sant’Isidoro, vuole essere anche quella che la trasformerà radicalmente. Niente più disordine e degrado urbano e ambientale, ma finalmente decoro e qualità del paesaggio. Questo è un progetto ambizioso che darà a Sant’Isidoro la dignità che merita”.

Il progetto prevede, innanzitutto, la realizzazione di aree per il parcheggio degli autoveicoli, sia nei pressi della torre che sul lungomare, con l’obiettivo di razionalizzare definitivamente l’accesso alla fascia costiera, e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione). Inoltre, saranno eliminati alcuni vecchi edifici e manufatti che deturpano il paesaggio intorno alla torre e sul lungomare e tutte quelle opere come spianamenti, scivoli e il piccolo molo a servizio delle imbarcazioni che da anni compromettono la qualità paesaggistica del sito. Particolare importante sotto il profilo della sostenibilità ambientale è il fatto che il materiale riveniente dalla demolizione verrà frantumato sul posto grazie ad un frantoio mobile e reimpiegato per la realizzazione della pista ciclabile e delle aree carrabili con pavimentazione ecologica.

È previsto anche un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare. Sempre sul lungomare nasceranno una struttura per la sosta, posta lungo la passeggiata e realizzata con legno lamellare e pietra leccese, un’altra totalmente amovibile da destinare alla nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo, un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile. Tutte le azioni sono mirate a creare un sistema costiero di spazi aperti ad alto grado di naturalità.

“È chiaro – aggiunge l’assessore all’Urbanistica Ettore Tollemetoche a Sant’Isidoro esiste una forte criticità sulla qualità paesaggistica, che è il frutto delle scelte sbagliate e della sostanziale inerzia dei decenni scorsi. Questo progetto è la svolta radicale che serve, perché consente di intervenire a più livelli, dalla mobilità alla naturalità del litorale, dai manufatti in cemento agli arredi. Sarebbero risorse cruciali per voltare pagina sulla storia di una marina non sempre esattamente al centro dell’azione amministrativa del passato”.

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