Mercoledì 29 giugno (ore 19 – ingresso libero) all’Ammirato Culture House di Lecce il giornalista, blogger e saggista leccese Federico Mello – che dopo l’esperienza con Il Fatto Quotidiano, Huffington Post e Servizio pubblico attualmete è consulente di Ballarò – presenterà il suo nuovo volume “Le confessioni di un nerd romantico” in uscita per la casa editrice Imprimatur. Dialogherà con l’autore la giornalista Alessandra Lupo (Nuovo Quotidiano di Puglia).

In un mondo iperconnesso in cui il nostro tempo è sotto assedio, questo saggioconfessione propone una “resistenza nerd romantica” che ci restituisca l’indipendenza del nostro agire, sempre più condizionato dalle piattaforme online. Federico Mello, studioso dei media e dei social network, spiega che il capitalismo digitale fa leva sui nostri meccanismi ancestrali: il mercato vuole conoscerci per manipolarci e i social network alimentano la nostra perdita di controllo, sostenuti dall’imperante ideologia connettista per la quale “più Internet è sempre meglio di meno Internet”. Come migliorare la nostra vita allora? Con il tempobio, il corpo, il sapere e la tolleranza. Queste sono per un nerd romantico «le quattro fiammelle da tenere accese nel mondo di domani». Il tempobio è un tempo libero scevro da interruzioni e connessioni che va riscoperto; il corpo è l’ultimo baluardo contro le troppe relazioni virtuali; la fatica di conoscere va praticata contro l’assordante censura da troppo rumore; la tolleranza contro il narcisismo social è un valore per cui vale la pena battersi. Un racconto innovativo e alternativo, ricco di fonti ma rivolto a tutti, che indica una via d’uscita sostenibile dalle nostre vite troppo tecnologiche. Non smetterete di leggere neanche per guardare Facebook.
«Dobbiamo capire perché sviluppiamo questo attaccamento morboso alle tecnologie connesse», sottolinea Mello. «Mi sono interrogato a lungo, mi sono “auto-hackerato”, ho studiato e riflettuto. Alla fine, come mostro nel libro con un linguaggio (spero) accessibile a tutti, ho scoperto che le stesse piattaforme social sono progettate e modificate di continuo per alimentare la nostra dipendenza (proprio come le multinazionali del tabacco studiano e implementano additivi che possano alimentare il vizio del fumo). Capire questi meccanismi è il primo passo per poter tornare padroni dei propri comportamenti», continua. «Il “Tempo-bio” è un concetto di manifesta e immediata utilità. Parto da quanto è successo con il cibo: nel diciottesimo secolo non aveva senso parlare di “cibo biologico”, senza le scoperte fondamentali della chimica, tutto il cibo, allora, era “biologico”. Solo negli ultimi decenni, quando il cibo “standard” è diventato quello industriale, ecco che è nato il concetto di un cibo “come una volta”, biologico appunto. La stessa riflessione si può fare a mio avviso con il tempo: ora che il nostro tempo standard è sempre connesso, always on, ecco che diventa importante tutelare porzioni di tempo (ore, giorni, settimane), ecc., nelle quali riscopriamo la libertà di non essere connessi».
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