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NARDO’: RETE PLUVIALE, ECOCENTRO, OASI BLU, SERRA CICORA: I PROVVEDIMENTI DEL CONSIGLIO

Seduta proficua dell’assise comunale ieri sera. La riunione ancora in videoconferenza

Per la seconda volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria per il Covid-19 il Consiglio comunale si è riunito ieri sera in modalità telematica e ha approvato una serie di importanti provvedimenti.

È stato approvato in via definitiva il progetto dei lavori di estensione della rete pluviale in zona Pagani (che comprende anche la riqualificazione di strade e marciapiedi). Si tratta di opere e servizi che le tantissime famiglie residenti in questa zona, prossima all’area urbana e in continua espansione, attendono da sempre. La delibera di approvazione del progetto, del valore di 1 milione e mezzo di euro, determina variante urbanistica e consente di prendere atto delle cessioni volontarie pervenute dai proprietari dei terreni abbandonati a sede stradale di via Sanasi e finalizzate all’accorpamento al demanio stradale del Comune di Nardò (con il riconoscimento agli stessi del diritto edificatorio associato alla zona oggetto di cessione). I lavori – che saranno completati entro l’estate del 2021 – sono stati scissi in due interventi: il primo che interessa le vie Lezzi, Leonardo, De Martino, Saponaro, Codacci Pisanelli, Bardoscia, Bonaventura e Nullo D’Amato e il secondo le vie Mariano, Onorato, Degli Speleologi, Sanasi e Vaglio. Il primo, posto più a sud, prevede anche la realizzazione di una stazione di trattamento delle acque con relativa area di dispersione (in parte su superfici private). Il secondo, più vicino al centro urbano, prevede invece il collegamento della nuova rete a quella esistente. Il finanziamento avverrà attraverso un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Il Consiglio ha approvato anche il progetto definitivo per la realizzazione e gestione di un secondo ecocentro in città per la raccolta differenziata delle frazioni merceologiche provenienti dalla raccolta urbana dei rifiuti. L’ecocentro sorgerà in via Salvatore Formoso (traversa della strada provinciale n. 17 per Gallipoli), a servizio dell’area sud della città e delle marine. Sarà un’area con una zona di conferimento con i diversi contenitori per la differenziazione dei rifiuti e con un’isola ecologica automatizzata che consentirà all’utenza di effettuare i conferimenti 24 ore su 24 in modo facile e sicuro.

Con un’altra delibera, inoltre, l’assise ha approvato la proposta di perimetrazione da inviare alla Regione Puglia con la richiesta di istituzione dell’Oasi Blu “Portoselvaggio”. Di fatto, un passo decisivo nell’iter di istituzione della stessa. La legge n. 43/2017, infatti, individua come forma di protezione delle acque e delle risorse marine lo strumento di gestione denominato “Oasi Blu”, che consiste nella definizione di un’area di un sito di interesse comunitario a mare all’interno della quale si opera la zonazione e la regolamentazione delle attività professionali, sportive e ricreative. Il sito di interesse comunitario è quello della Palude del Capitano (ricadente all’interno del parco di Portoselvaggio), che si estende anche in mare a tutela della prateria di “posidonia oceanica”. Del resto, tutto il parco di Portoselvaggio si estende per oltre 10 km lungo la costa neretina e circa un terzo del parco confina con la riserva integrale (zona A) dell’area marina protetta di Porto Cesareo e di Nardò. Qui, nel corso degli anni, numerosi studi scientifici hanno messo in risalto importanti emergenze naturalistiche e archeologiche presenti nei fondali marini antistanti il parco (gli stessi fondali sono stati valutati dal Ministero dell’Ambiente come meritevoli di un maggior grado di protezione mediante ampliamento dell’area marina di Porto Cesareo e di Nardò). L’area perimetrata è caratterizzata da una costa rocciosa alta, di grande valenza paesaggistica, naturalistica e archeologica.

Infine, il Consiglio ieri ha deliberato l’acquisizione al patrimonio comunale di un’area privata in località Serra Cicora, ricca di preziosissime testimonianze archeologiche e al centro di una campagna di scavi condotta dall’Università del Salento tra il 1998 e il 2005 sotto la direzione di Elettra Ingravallo e Ida Tiberi, a seguito di una segnalazione del Gruppo Speleologico Neretino. Con un finanziamento di 120 mila euro da parte della Regione Puglia, il Comune di Nardò potrà acquistare adesso il cosiddetto “pianoro di Serra Cicora”, che è stato dichiarato bene di interesse culturale dal Mibact (Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia), che lo ha sottoposto a vincolo nel 2013. Il pianoro domina un tratto di costa a poca distanza dalla baia di Uluzzo e su di esso sono state registrate frequentazioni in epoca neolitica lungo un arco di tempo che va dai primi secoli del VI sino a buona parte del V millennio a.c. Il sito è circondato da un muro a doppia cortina di grossi blocchi (che si è conservato per circa 160 metri), la cui costruzione risale al neolitico antico. Nell’area antistante sono state rinvenute anche una sepoltura e altre strutture funerarie. Si tratta di circoli di pietre contenenti inumati, sepolture singole in fossa o sulla nuda roccia, che costituiscono un vero e proprio monumento megalitico. Il pianoro di Serra Cicora è uno degli esempi meglio documentati di necropoli in Italia meridionale, grazie al buono stato di conservazione delle strutture, all’organizzazione dei luoghi destinati ai defunti, alla complessità dei rituali attestati, alla quantità di dati recuperati. In generale, il sito offre uno spaccato della realtà sociale, culturale e funeraria delle genti neolitiche, una realtà particolare per l’età avanzata, la presenza di stress da lavoro e le modalità di seppellimento dei defunti.

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