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Poggiardo: Gianni Giannoccolo spiega la sua Resistenza al Palazzo della Cultura

“La Resistenza fu guerra civile o guerra giusta?” E’ il titolo del libro di Gianni Giannoccolo (Edizioni Grifo) che sviluppa un’indagine sul carattere della guerra di Liberazione contro il nazifascismo in aperto contrasto con le tesi di Gianpaolo Pansa, che pone sullo stesso piano partigiani e repubblichini. La presentazione dell’opera, organizzata dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione in collaborazione con l’Associazione Arci Terzo Binario, si terrà mercoledì 22 maggio (ore 10.30) alla presenza degli studenti degli Istituti Scolastici cittadini presso la sala conferenze del Palazzo della Cultura di Poggiardo. Interverranno oltre all’autore, il Sindaco di Poggiardo Giuseppe Colafati, il Prof. Egidio Zacheo (docente Università del Salento), il Prof. Maurizio Nocera (Presidente Provinciale ANPI), il Prof. Salvatore Coppola (Storico Locale), l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Poggiardo Giuseppe Orsi.

Gianni Giannoccolo ha 90 anni compiuti. Pugliese trapiantato in Emilia Romagna ha la postura curva di chi da tempo sopporta il peso della fatica e degli anni, e il volto rugoso di chi ne ha viste tante. Ma un’energia speciale dai suoi vivaci e attenti occhi chiari quando racconta la esperienze vissute in prima persona , e quando si arrabbia per la delusione che la contemporaneità gli sta riservando.

Giannoccolo è un partigiano. Non “è stato”. “Perché non si smette mai di essere partigiani , combattenti perla libertà, antifascisti” e ha deciso di mettere la sua vita al servizio della storiografia , dello studio scientifico della storia , “per restituire dignità alla Resistenza italiana che il negazionismo , il revisionismo e l’indifferenza , stanno cancellando dai libri e dalle menti”. Giannoccolo non ha scritto questo libro sulla Resistenza con l’obiettivo esclusivo di restaurare la verità storica (quella cioè che si può ragionevolmente e rigorosamente

ricostruire con le tracce documentarie rintracciabili nei diversi archivi), ma di rimettere al centro della ricerca la nascita della democrazia in Italia, argomento che dovrebbe interessare soprattutto le giovani generazioni in un periodo di spaesamento morale e di generale indifferenza politica come quello che viviamo.

Contesta con fermezza “i pifferai del nulla che approfittano di questa difficile congiuntura per vendere i loro avvelenati prodotti” e cerca di porre un argine a questa deriva. Lo fa nel migliore dei modi, tornando a rileggere il passato con la lente dello studioso impegnato e indicando la strada per recuperare valori e ideali oggi smarriti.

 

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