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Pontili galleggianti del porto di Otranto.

Dopo la recente decisione del Consiglio dei Ministri, il Sindaco Pierpaolo Cariddi tiene a fare delle precisazioni. E lancia una proposta.

Dopo la recente decisione del Consiglio dei Ministri, che ha ritenuto di accogliere l’opposizione del Ministero per i Beni Culturali al progetto di mantenimento dei pontili galleggianti del porto di Otranto, il Sindaco Pierpaolo Cariddi tiene a precisare quanto segue:
”Il progetto, essendo stato autorizzato per 6 mesi, rispetta in pieno le prescrizioni vincolistiche poste nell’area comprese quelle di tutela dei monumenti, essendoci stato il parere favorevole della Soprintendenza. Non c’è dubbio alcuno che l’opera è stata realizzata nel rispetto delle leggi e norme dello Stato.

Noi non chiediamo di spendere altri soldi pubblici, ma chiediamo di non sprecarli per interventi di smontaggio/montaggio annuali costosissimi.

Stiamo parlando di una porzione dell’area interna del porto, già delimitata e protetta da banchine e moli, che non può contemplare altre soluzioni progettuali differenti da quella messa in campo che già ottimizza fondali, attacchi a terra, canali di navigazione, altre concessioni e attività presenti nel porto, pur mantenendo con il sistema a pontili galleggianti la totale reversibilità dell’intervento.
Tutto ciò premesso, riteniamo di poter migliorare ulteriormente l’intervento con la seguente proposta”.


Nelle valutazioni della Conferenza dei Servizi è emerso che il problema sulle visuali non si ritiene sia generato tanto dalla presenza dei pontili, quanto dalla presenza delle imbarcazioni ormeggiate, volendo la Soprintendenza ripristinare la completa visuale per almeno sei mesi ogni anno.

Di contro è stato ampiamente dimostrato come l’attività di montaggio/smontaggio ogni anno risulti incompatibile con gli aspetti ambientali in sensu latu (impatti indotti dai lavori per 4 mesi ogni anno sul sistema terrestre e sulle biocenosi marine) e non sostenibile da un punto di vista economico, trattandosi di costi elevatissimi non ammortizzabili con l’affitto dei posti barca, considerando tra l’altro anche la funzione sociale dell’approdo (presenza di molte imbarcazioni del territorio di piccola dimensione con costi di ormeggio assai contenuti).

Una soluzione in grado di garantire un ottimale punto di incontro tra le esigenze della Soprintendenza (tutela per 6 mesi della integrità visiva), del Comune di Otranto (mancanza di fondi pubblici per le operazioni richieste) e degli Enti con competenza ambientale (impatti sugli habitat presenti) può essere quella che prevede le seguenti attività:

– Riduzione dell’altezza del calpestio dei pontili a 40 cm. (valore che li porta al di sotto del basamento in cemento presente sotto le Mura);

– Eliminazione del 50% delle barche per 6 mesi;

– Organizzazione di nuovi percorsi guidati, nei fine settimana dei mesi autunno/inverno, lungo il pontile di spina, per raccontare l’evoluzione storica e morfologica di quella parte di costone e promontorio, protagonisti dalla Otranto preistorica sino a quella ricostruita dagli Aragonesi. Il Comune metterà a disposizione gratuitamente guide turistiche e pannelli espositivi con le ricostruzioni per ogni fase storica di quella parte di città. Il percorso permetterà a tutti, anche a chi non ha la barca, di godere di un ulteriore punto di vista verso il Bastione e i suoi resti archeologici, accompagnando il tutto con un racconto e immagini suggestive.

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