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Premiato all’eContent Award Italy 2014 il video-documentario “Tesori di Otranto in 3D”

Il video-documentario “Tesori di Otranto in 3D”, realizzato a cura di Virginia Valzano, Coordinatore tecnico-scientifico del CEIT (Centro Euromediterraneo di Innovazione Tecnologica per i Beni Culturali e Ambientali e la Biomedicina), si è classificato primo a livello nazionale nella categoria e-Culture & Tourism dell’Italian eContent Award 2015.
Il prodotto è stato premiato per il miglior contenuto in formato digitale, per il rigore scientifico, la metodologia e le applicazioni tecnologiche innovative.
La cerimonia di premiazione si è svolta il 16 dicembre ultimo scorso a Roma nella sala Quaroni di EUR spa, nell’ambito dell’iniziativa “Contenuti e servizi innovativi in formato digitale, 170 Nazioni a confronto”.
Il video-documentario “Tesori di Otranto in 3D” è stato realizzato con tecniche miste di visualizzazione 3D e riprese video; è destinato ad un ampio pubblico, studiosi e turisti, ed è accessibile su DVD e in Internet, in italiano e in inglese.
Racconta il fascino millenario, paesaggistico e culturale, di Otranto, attraverso riprese video e ricostruzioni 3D.
Consente una visita virtuale guidata tra le meraviglie di Otranto, di scoprire il suo borgo antico, di conoscere ed ammirare le sue chiese e i suoi splendidi monumenti e alcuni antichi insediamenti e siti archeologici di notevole rilevanza.
Il video e le ricostruzioni tridimensionali consentono agli utenti la conoscenza e fruizione anche a distanza di alcuni affascinanti e suggestivi tesori di Otranto: di immergersi in un mare azzurro e cristallino, regno di habitat incantevoli ricchi di biodiversità e di fondali spettacolari, accessibili anche in stereoscopia attraverso il Teatro virtuale 3D, e di penetrare ed ammirare, accompagnati da un originale e avvolgente sottofondo musicale, alcuni ambienti e siti archeologici avvolti tuttora in un alone di mistero e leggenda, come la Grotta dei Cervi di Porto Badisco e la Cappella del Castello di Otranto, accessibili anch’essi in stereoscopia, in tempo reale e in maniera interattiva, attraverso il Teatro Virtuale 3D del CEIT (http://www.ceit-otranto.it/).
Il prodotto multimediale è stato realizzato grazie anche all’impegno del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento, partner fondatore del CEIT, e alla collaborazione di altre Strutture, con diverse competenze tecniche e scientifiche, nonché all’amore per il patrimonio culturale e ambientale, che è da conoscere e salvaguardare.
Le riprese subacquee 3D, messe a disposizione da Ferdinando Boero, coordinatore del Progetto Europeo CoCoNet per la salvaguardia degli ambienti marini, sono state realizzate da Roberto Rinaldi, fotografo e cameraman subacqueo in tutti i mari del mondo, anche a bordo della Calypso di Jacques Cousteau, mediante un innovativo sistema di ripresa tridimensionale ad alta definizione da lui stesso progettato.
La Grotta dei Cervi, scoperta nel 1970 da speleologi locali, è uno dei siti archeologici più significativi del territorio salentino per la presenza di uno straordinario repertorio di pittogrammi di epoca neolitica e di altre evidenze di una frequentazione preistorica di lungo periodo.
Il sito si estende per oltre 1.500 mt, lungo 3 corridoi principali le cui pareti sono decorate con pittogrammi di epoca neolitica realizzati in ocra rossa e, in numero maggiore, con un impasto a base di guano di pipistrello.
I pittogrammi raffigurano cacciatori, animali, oggetti, simboli magici, geometrie astratte e scene di caccia ai cervi (da cui il nome della grotta).
Luogo di culto preistorico, unico nel suo genere in tutta Europa, la Grotta dei Cervi è difficilmente accessibile ed è chiusa non solo al grande pubblico, ma anche agli studiosi per non alterare il delicato microclima che ha permesso sinora la conservazione delle pitture.
La sua visualizzazione è stata resa possibile ad un vasto pubblico grazie ad un progetto di acquisizione e ricostruzione tridimensionale e rappresentazione virtuale realizzato negli anni 2005-2010, a cura di Virginia Valzano, nell’ambito del Piano Coordinato delle Università di Catania e Lecce, coordinato da Mauro Biliotti dell’Università del Salento.
Il progetto è stato realizzato, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia della Puglia, all’epoca diretta da Giuseppe Andreassi, con la collaborazione di alcune Strutture dell’Ateneo Salentino, del CNR canadese e dell’ex CASPUR di Roma, mediante l’utilizzo di competenze altamente specialistiche, di due tipi di scanner 3D laser e di una strumentazione ad alta tecnologia e adatta all’uso in condizioni ambientali estreme.
Alcuni ambienti della Grotta sono accessibili in stereoscopia, attraverso il Teatro virtuale 3D, in tempo reale, in maniera immersiva e interattiva.
Con i dati 2D e 3D acquisiti ad alta risoluzione, le zone più rappresentative della Grotta potrebbero essere riprodotte anche fisicamente e fedelmente, in dimensioni reali, così come è stato fatto per la Grotta di Lascaux.
La Cappella del Castello, intitolata a Sant’Antonio da Padova e ormai sconsacrata, è nota come la Cappella di donna Teresa de Azevedo, nobildonna spagnola scomparsa in giovane età.
E’ l’ambiente più suggestivo del Castello, perché racconta la storia antica di un amore eterno.
La Capella di donna Teresa è stata oggetto di un recente progetto di acquisizione digitale, ricostruzione tridimensionale e rappresentazione virtuale, realizzato a cura di Virginia Valzano. Il lavoro di acquisizione digitale è stato effettuato mediante uno scanner 3D laser.
E’ stato realizzato, con la collaborazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna (partner CEIT), un modello 3D completo di colore e l’animazione del modello secondo un percorso predefinito che consente all’utente, attraverso vari media, una visita virtuale.
In particolare, la ricostruzione tridimensionale della Cappella è accessibile in stereoscopia, in tempo reale e in maniera interattiva, attraverso il Teatro Virtuale 3D.
Realizzata all’inizio del XVI secolo, la chiesetta è costituita da un ambiente rettangolare sormontato da una volta a botte. Il soffitto presenta sinopie ed affreschi raffiguranti al centro un tondo con l’Incoronazione della Vergine e lungo la parte bassa della volta una serie di medaglioni con figure sacre.
All’interno risalta il settecentesco monumento sepolcrale in pietra leccese di Donna Teresa de Azevedo, decorato armoniosamente con motivi barocchi e recante un tenero epitaffio. Ad erigerlo in sua memoria il marito, don Francisco de la Serna y Molina, al fine di tramandare la tenerezza del loro antico amore.
In questo luogo fuori dal tempo si possono intravedere, in alto, le tracce dell’antica grata murata, da cui i nobili potevano assistere alle funzioni religiose senza mischiarsi ai soldati. Sulla parete del piano superiore si può contemplare l’affresco che raffigura un aristocratico. Secondo la leggenda, si tratterebbe del malinconico Don Francesco. Il nobiluomo avrebbe fatto imprimere lì la sua effigie per vegliare in eterno la sua diletta sposa e la cappella sottostante, dove ancora il loro amore continua a vibrare.
Una dolce storia d’amore senza fine, che ha resistito al tempo e che emoziona tuttora, ancor più in un momento di grande riflessione sulla violenza di genere, un gravissimo problema sociale che non conosce confini geografici e culturali.
Le musiche originali, che accompagnano la visita virtuale tra i tesori di Otranto, sono state realizzate da Daniele Durante, fondatore, insieme a Rina Durante, del Canzoniere Grecanico Salentino, che ha portato in tutto il mondo la cultura e la musica popolare salentina. La poesia-canzone “Luna Otrantina”, scritta da Rina Durante, intellettuale e scrittrice salentina, musicata dallo stesso Daniele e cantata da Francesca Della Monaca, anch’essa salentina, riecheggia voci e memorie, forme, segni e colori di un passato che si fonde con il presente, nostalgie e speranze, momenti intensi di presa di coscienza, di grande dignità e identità culturale.
Il video-documentario “Tesori di Otranto in 3D” sarà presentato nei primi mesi del 2016, nell’ambito di un Workshop su “Cultura e Ambiente”, in fase di organizzazione.

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