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Presentazione del libro “Racconti in punta di cravatta” di Vincenzo Sardiello

Venerdì 14 marzo 2014, alle ore 18.30, presso la libreria Ubik di Francavilla Fontana (via Regina Elena, n. 83, 72021- Francavilla Fontana-Br, tel. 0831. 854198), verrà presentato il libro d’esordio di “Vincenzo Sardiello” (Editore Mds, collana “Sfridi-trucioli d’arte”, 2013, pp. 208, euro 12). A presentare il libro e a intervistare l’autore interverrà Pietro Filomeno. Media partner dell’evento Idea Radio.

Vincenzo Sardiello, sociologo ed esperto d’arte, cura mostre artistiche e si occupa della regia di spettacoli teatrali. “Racconti in punta di cravatta” è il suo debutto letterario. Il libro, con illustrazioni di copertina a cura dell’artista Luigi Lerna, contiene diciannove racconti e due commedie. Racconta di uomini e donne sole che vivono in città divenute scenari apocalittici. Piccole ossessioni e quotidiani cinismi scandiscono il tempo delle loro vite, rendendoli sempre più incapaci di comunicare. I protagonisti di queste storie sono vinti esistenziali che abitano case polverose dove gli unici spifferi che entrano sono un inevitabile pessimismo e il giudizio irresoluto del lettore.

Nella prefazione scrive Paolo Cardoso, professore dell’Università di Firenze e psicoterapeuta di chiara fama: «… molti autori hanno scritto romanzi, racconti, opere di teatro dove hanno delineato il malessere e gli stati d’animo della propria epoca. Ebbene, anche Vincenzo Sardiello lo fa. E lo fa in modo perfetto, dal punto di vista letterario e del coinvolgimento del lettore. Ha poi una qualità che è davvero rara, oggi che tutti si sentono scrittori e artisti: è un autore non banale. Ed essere “non banali”, è davvero difficile. Ha saputo delineare dei personaggi che riescono a esprimere il disagio, la solitudine e l’isolamento che regnano oggi sovrani. È riuscito a far emergere la difficoltà che moltissimi hanno, non solo per esprimere i loro veri sentimenti, ma ancor prima di riconoscerli».

E aggiunge: «Sardiello è un autore colto che nello scrivere cerca di essere se stesso. Leggendolo mi veniva in mente Pennac e lì per lì non capivo perché. Poi invece ho compreso che entrambi questi scrittori hanno lo stesso modo di stupire, di capovolgere le nostre aspettative di lettori, di incuriosirci e di farci riflettere».

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