25 Nov 2013
presentazione di “Odissea” Racconto in nove tele di pittura digitale, di Piero Leucci
Le Ali di Pandora venerdì 29 novembre alle ore20.00, presso le Officine Cantelmo V.le De Pietro a Lecce, presentano “Odissea” Racconto in nove tele di pittura digitale, di Piero Leucci. L’evento gode del “Patrocinio del Comune di Lecce” ; “Lecce Capitale Europea della Cultura 2019” .
Quello di Odisseo è, senza alcun dubbio, il viaggio più importante della cultura occidentale, ispiratore di tanti viaggi successivi. James Hillman parla di Ulisse come del Puer Aeternus e dice “Non ha eserciti imponenti, come Achille, Agamennone e Menelao; il suo apporto é solo di una nave. Non ha nemmeno la forza di Aiace o di Diomede. Spesso sembra che preferisca mangiare piuttosto che combattere ed è giunto a simulare la pazzia per evitare di andare in guerra”. Ma Odisseo è il simbolo del sogno di viaggi, è il ready made del movimento, l’icona della modernità e l’indice di transizioni, è il racconto di un viaggio, ma è un percorso molto più interiore che reale.
Dice Piero Leucci: “L’opera nasce dall’esigenza di raccontare, un pretesto per parlare dell’uomo, del suo animo, le sue debolezze, le sue paure, le sue aspirazioni, i suoi desideri, nel mio caso parafrasando i versi di Omero e creando sinergia tra arte e letteratura. Ogni tela ha una triplice lettura, la storia narrata da Omero, quella dell’essere umano, e quella mia, inoltre le tele hanno delle costanti: in ognuna vi è una citazione di un’opera d’arte dei maestri del passato, la presenza di un volatile e il nudo; in un contesto onirico, molto teatrale, con una sceneggiatura ben precisa e con colori accesi e intensi, in un miscelarsi di diverse dimensioni e immagini che interagiscono tra loro. Eccezion fatta per la prima che contiene in se l’idea magmatica del viaggio, la presa di coscienza del bisogno di intraprendere questo percorso, ed è quindi puro istinto, necessità di fermare in un frame l’idea, il pensiero, tutto ciò nel solo intento di coinvolgere lo “spettatore” e suscitarne emozioni”. Ed ecco che l’idea di Leucci prende forma, Shakespeare nel Macbeth dice: La vita non è che un’ombra che cammina; un povero attore che si pavoneggia e si agita per la sua ora sulla scena e del quale non si ode più nulla: è una storia raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla. Perchè, pensa Piero, non creare una mostra teatralizzante così che il testo possa essere visto come un complesso progetto di comunicazione per stimolare un’osservazione attenta e consapevole? Per Piero arte è la voglia di raccontare il proprio mondo a tal punto che diventa lo specchio di se stesso. Così l’idea si consolida e decide di mettere in scena la sua vita, in un contesto di riflessione e sperimentazione dove la tecnica rappresenta un valore indispensabile per aprire le porte dell’immaginazione. Immaginazione che Piero esercita fin da bambino con il disegno e la pittura. Dopo gli studi artistici nel ’92 crea nella sua città natale, Maglie, un laboratorio di scultura che negli anni diventa un punto di aggregazione e scambio per molti giovani del Salento, oltre che luogo di lavoro. Nel 2005 il trasferimento a Roma e l’esigenza di fare arte diventa impellente, ma non avendo il suo laboratorio a disposizione cerca un mezzo artistico dove esprimersi e lo trova nella pittura digitale. La tecnica è fondamentale soprattutto in quest’epoca in cui siamo avvolti dalla tecnologia e poco pronti a esserne coin/scon-volti..
Quello che vedrete è un viaggio che inizia e si compie, ma si compie? Oppure è l’inizio di un nuovo viaggio? Oppure è un “telaio per tessere la memoria”, ascolto visibile di questa mostra? Odisseo/Piero attraverso un breve sketch teatrale vi porterà nel suo viaggio, attraverso immagini, visioni, suoni.