3 Gen 2013
Riordino Rete Consultoriale: interrogazione urgente di Buccoliero
- peraltro, delle 38 ore settimanali dovute, come riportato al punto precedente, n. 4 sono riservate obbligatoriamente, alla pari di tutte le altre professioni sanitarie, ad “attività didattica, ricerca e aggiornamento” e, pertanto, non ascrivibili ad attività assistenziali;
- con le DD.GG.RR. riportate in oggetto, la Regione Puglia, ha determinato, nel progetto di riorganizzazione della rete consultoriale, a carico del Dirigente Psicologo un monte orario di 19 ore settimanali da espletare nella sede consultoriale di assegnazione e ponendo di fatto in essere, in maniera arbitraria e senza alcun confronto con le competenti commissioni consiliari e le rappresentanze della categoria, una pesante discriminazione rispetto ad altri operatori previsti nell’équipe consultoriale (Assistenti Sociali, Ostetriche, Infermieri professionali, Assistenti Sanitari), i quali vedono confermato il loro legittimo diritto al tempo pieno da espletare nella propria struttura di appartenenza;
- il vulnus a carico dei Dirigenti Psicologi della rete consultoriale trova elementi di ulteriore immotivata discriminazione anche rispetto agli altri Dirigenti Psicologi inquadrati in servizi diversi da quelli consultoriali – D.S.M.; D.D.P.; Servizio Riabilitativo; Servizio Ospedaliero. Le strutture consultoriali, ancor prima dell’adozione delle DD.GG.RR. riportate in oggetto, sono state regolate, nell’espletamento delle loro funzioni, da un modello organizzativo individuato dalla L.R. n. 36/94 come “U.O. Assistenza Consultoriale”, incardinata nei DD.SS.-SS. ed assegnata, già da diversi anni, a livello gestionale, proprio conseguenzialmente alla predetta L.R. n. 39/85, ai Dirigenti Psicologi, i quali sono stati da sempre i diretti responsabili, di concerto con la Direzione del Distretto, delle modalità d’impiego di tutte le risorse umane e strumentali assegnate a predetta U.O., in particolar modo dei moduli organizzativi e di lavoro ritenuti funzionali alla mission ricevuta.
- Tale articolazione operativa è stata anche recentemente confermata dal Regolamento dei Disretti Socio- Sanitari approvato dalla Giunta Regionale.
- in virtù di quanto specificato al punto precedente, risulta essere fortemente incomprensibile e contraddittoria la decisione della Regione Puglia di determinare a carico dei Dirigenti Psicologi della rete consultoriale un abbattimento del 50% del monte orario settimanale a loro dovuto;
- con l’emanazione della L.R. n. 30/77, della L.R. n. 39/85, della L.R. n. 36/94 e con gli adempimenti previsti dai Piani di Zona, i CC.FF. – che si configurano come presìdi socio-sanitari ad accesso diretto – hanno avuto come interventi predominanti tutto ciò che riguarda la sfera psicologica, facendosi carico della vasta problematica ad essa collegata;
- diventa inderogabile, in termini di diritto, la necessità di ripristinare a carico del Dirigente Psicologo del Consultorio Familiare la dicitura “Psicologo a Tempo Pieno”, alla pari di come è stato fatto per le altre figure previste in pianta stabile (Assistente Sociale, Ostetrica/Assistente Sanitaria/Infermiere Professionale), demandando come da leggi nazionali, regionali e CC.CC.NN.LL. in vigore, tutti gli assetti organizzativi ed applicativi al dirigente responsabile dell’U.O. Assistenza Consultoriale distrettuale, giusto quanto particolarmente previsto dalla L.R. n. 36/94;
- se non sia il caso di rivedere la portata della suddetta DGR con riferimento alle disposizioni che riguardano l’orario di lavoro di un dirigente sanitario, perché sottratto alle competenze della Regione, sospendendone gli effetti con il solo riguardo alla decurtazione delle ore di cui trattasi;
- se non si crei un grave danno alle attività assicurate dai suddetti dirigenti presso i consultori per effetto della decurtazione di tale monte ore;
- se non sia il caso di convocare le parti sindacali interessate per dirimere la controversia che oltre a ingenerare preoccupazione nei suddetti professionisti, destabilizza una consolidata strutturazione dei servizi presso i Consultori Familiari e diventano sperequanti nei confronti degli Psicologi rispetto ad altre categorie di professionisti della branca medica.