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Saldi Saldi Saldi. Chi ha tanti Saldi vive come un pascià. Basta coi danni di un’economia che non c’è più

Il titolo di questa nota si rifà ad una canzone degli anni 50 del secolo scorso (1), di quelle che entrano nella testa e che vengono anche inavvertitamente fischiettate sotto la doccia o in bicicletta. Testo e tema decisamente frivolo di un mondo che non c’è più. Riesumiamo la canzone perché si adatta ad oggi, ad un mondo altrettanto frivolo e nostalgico, quello dei SALDI, che da oggi hanno preso il via in tutto lo Stivale, isole comprese.

Un tormentone su cui si buttano le cronache mediatiche (soprattutto quelle locali) per paventare di essere utili, descrivendo un fenomeno economico e dando spazio ai vari soggetti che ne dovrebbero favorire uso e comprensione: associazioni di categoria e consumatori, singoli commercianti e potenziali acquirenti. Soggetti che a loro volta sembra che si impegnino con indagini di mercato per predire e valutare gli effetti di questo momento economico.
C’è un problema, però. I SALDI non sono, da tempo, un fenomeno economico. Sono stati DEL TUTTO rimpiazzati da sconti che vengono praticati tutto l’anno in ogni dove (nelle botteghe online e per strada… meglio: centri commerciali), con alcuni culmini da potenze mediatiche del calibro di Black Friday. E non sono indicatori di una “vita che potrebbe essere vissuta come un pascià”. Non sono un fenomeno economico, ma solo nostalgico, proprio come la canzone del pascià.

Certamente sono l’alibi perché le amministrazioni locali continuino a disciplinarli e a spendere i soldi dei contribuenti in norme e riunioni completamente inutili, visto che tutti gli altri momenti di sconti – Black Friday in testa – non sono disciplinati da nessuna autorità legislativa. E anche se nel “mare magnum” dello spreco si tratta di importi insignificanti, non spenderli sarebbe meglio.

Sarebbe opportuno che questa nostalgia facesse parte della storia e del teatro in vernacolo.
Crediamo che dialogare coi consumatori di oggi al livello delle loro comprensioni ed esigenze sia una forma di rispetto culturale ed economico della maturità di ognuno: lo sconto non è una concessione dello Stato, ma una dinamica di mercato decisa tra chi offre e chi acquista. Vogliamo essere istruttivi verso le generazioni successive ai “soldi del pascià”?

1 – 2soldi soldi soldi2 di Betty Curtis https://www.youtube.com/watch?v=x8dEs1_wwdM

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