header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

“SCRITTO SUL CORPO”

Una risposta “a regola d’arte” alle sollecitazioni che la società impone al sesso femminile.

Una collettiva nel segno delle donne: E-lite studiogallery di Lecce lancia un progetto artistico che si propone di rappresentare la complessità dell’essere donna nel terzo millennio.

 

Mostra collettiva di arte contemporanea

Titolo: Scritto sul corpo

Artisti: Elisa Anfuso; Anna Caruso; Silvia Faieta; Ilaria Margutti; Jara Marzulli;          Natascia Raffio; Vania Elettra Tam

Progetto a cura di: Flavia Lanza

Testo critico: Francesca De Filippi

Periodo mostra: dal 8/3/2013 al 8/4/2013

Inaugurazione: venerdì 8 marzo ore 19 | ingresso libero

Dove: E-lite studiogallery | Corte San Blasio 1c | Lecce |

Orario e giorni apertura: martedì – sabato: 9 – 12.30 e 17 – 21, domenica: 17 – 21 Lunedì chiuso. Ingresso gratuito

 

Lecce, 8 marzo 2013 – Primo appuntamento con il progetto artistico {her}Feel Like A Woman” a cura di Flavia Lanza, con cui ogni anno la galleria d’arte contemporanea E-lite studiogallery presenterà una mostra collettiva che, attraverso l’individuazione di un tema e di un nucleo di artiste selezionate sul territorio nazionale, proporrà al pubblico un percorso il cui intento è di restituire, attraverso l’arte, un’immagine capace di rappresentare l’identità estetica e interiore della donna nel terzo millennio.

Il progetto prende il via presentando, venerdì 8 marzo alle ore 19, la mostra collettiva “Scritto sul corpo”, che già nel titolo – evidente richiamo al bestseller della scrittrice inglese Jeanette Winterson – rivela il tema centrale, la struttura attorno a cui la mostra si compone e si dispone: “Scritto sul corpo c’è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce: quello che si è accumulato nel corso della vita si ritrova lì”.

Questo il fil rouge che si dipana lungo il percorso espositivo attraverso il mondo del ricordo e dei legami dipinto da Elisa Anfuso e l’enigmatica dissolvenza della pittura di Anna Caruso, il racconto estatico e carnale dei quadri di Jara Marzulli e le immagini ironiche delle donne ritratte da Vania Elettra Tam, le contraddizioni dello spirito e del corpo della scultura e della grafica di Silvia Faieta e l’incontenibile innocenza e gli scenari camaleontici di quelle di Natascia Raffio, fino alle figure di Ilaria Margutti, simbolicamente ricamate per rappresentare le trame della nostra esistenza.

Sette talentuose e giovani artiste che stanno ottenendo successo e favore di critica in ambito nazionale e internazionale e che, in un dialogo di stili e di linguaggi artistici diversi, mettono in scena un racconto emozionale che promette di lasciare il segno nel pubblico. Più di venti opere, di cui undici create appositamente per la mostra, alternano visioni e punti di vista, per analizzare la molteplicità, l’enigmaticità, la profondità del significato della corporeità, di quel desiderio dell’altro, di quello scambio e legame tra due o più “esseri” che sembra sia migrato fuori da noi, nello spazio virtuale, in quel luogo/realtà che più di ogni altra cosa, oggi, ci definisce e ci appartiene.

Nella negazione del contatto tra i corpi si determina, spesso, persino la negazione del proprio stesso corpo. Eppure, fuori e dentro la realtà virtuale, assistiamo a un rincorrersi di messaggi e immagini in cui è proprio il corpo a essere rappresentato e a rappresentare, in un ritmo assillante di muti simulacri cui noi tutti dovremmo tendere. E, in questo scenario, il corpo femminile appare sempre più come un succulento territorio di caccia per azioni di manipolazione fatte in nome di una presunta libertà conquistata che nella sostanza si rivela, invece, oggetto di un processo che conduce alla spersonalizzazione, all’indebolimento degli individui e dei loro rapporti, che diventano sempre più strumentali.

Una mostra, il cui intento è di rappresentare il corpo femminile come modo di intendere l’esistenza, come una mappa da esplorare, dall’epidermide al mistero dell’animo; un corpo espressione del linguaggio d’amore, “supporto” su cui è incisa la nostra storia. Un corpo che è identità pulsante, che è vita e che genera la vita.

La mostra, realizzata da E-lite studiogallery e promossa dal Comune di Lecce – settore Cultura, è accompagnata dal testo critico di Francesca De Filippi.

Sponsor d’eccezione: Nicolì Costruzioni; Mokaffè; Vestas Hotels & Resort; Leone de Castris, vitivinicoltori dal 1665.

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.