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UN GRUPPO DIRIGENTE MATURO A DISPOSIZIONE DEL SUO PARTITO

La replica del segretario provinciale del PD Salvatore Capone alle critiche apparse sulla stampa a tre giorni dalle elezioni.

“Abbiamo imparato la lezione: bisogna avviare una nuova discussione sia con i cittadini che all’interno del PD. Un gruppo dirigente maturo, però, è sempre a disposizione del proprio partito: se si vince e se si perde. E allo stesso modo i militanti, che siano semplici iscritti o anche candidati. Perché ciascuno, nessuno escluso, ha l’obbligo di prendersi le proprie responsabilità facendo un’analisi attenta di quanto è successo”. È quanto dichiara Salvatore Capone – segretario provinciale Pd e neoletto deputato – a due giorni dall’esito delle elezioni politiche, mentre sulla stampa trapelano notizie sui “veleni” interni al PD e una dopo l’altra si susseguono recriminazioni e richieste di dimissioni rivolte proprio ai segretari del partito. 

“A livello nazionale – ammette Capone – per senso di responsabilità abbiamo sostenuto un governo tecnico che al motto deall’austerity non ha badato al disagio sociale. Abbiamo mollato dopo le primarie senza capitalizzare una grande festa di popolo spingendo l’acceleratore sui temi vicini alla gente nonostante fossero parte integrante del nostro programma. A livello regionale non abbiamo inciso sulla precarietà del governo mentre i risultati positivi raggiunti sono stati offuscati da tagli ai servizi pubblici imposti dal governo Berlusconi. Quanto al livello provinciale – prosegue Capone – è evidente che nonostante il grande sforzo organizzativo i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. E nonostante nel Salento il Pd, rispetto alle altre provincie, abbia ottenuto un buon risultato, non è bastato. Forse ci siamo illusi, dimenticando di ascoltare e rispondere alle istanze dei territori”.

“La soluzione del problema perciò, in questo momento più che mai, non è chiedere le dimissioni di un gruppo dirigente. Il tempo non va impiegato in sterili polemiche ma riaprendo una speranza nel partito e nella società”, continua Capone, richiamando l’attenzione dei militanti, degli esclusi da queste elezioni, e dei neoparlamentari sul senso di responsabilità e sulle regole interne che gli iscritti a un partito sottoscrivono e sono chiamati a rispettare qualunque sia l’esito delle tornate elettorali. 

“Un partito come il Pd è una comunità – sottolinea infatti Capone – e se una partita si perde non si possono tirare fuori le unghie. Non si possono mettere in discussione dopo il voto regole che sono state da tempo condivise e accettate. Regole che, peraltro, in diversi casi sono state ridiscusse prima di essere fissate proprio perché le primarie garantissero massima partecipazione a esponenti del partito che già ricoprivano ruoli istituzionali, in primis in Regione”. 

Nessuna dietrologia, è tempo di guardare al futuro per il segretario Capone. “Adesso il nostro compito è aggredire la situazione, affrontare i problemi del paese, non perdere tempo in sterili polemiche. Il mio posto da segretario è ed è sempre stato a disposizione del partito, ma è riduttivo e controproducente pensare adesso che la soluzione al problema sia spazzare via interi gruppi dirigenti. Il nostro compito, pittosto,  è continuare a stare a disposizione del partito in modo chiaro e trasparente e ricominciare con i nostri iscritti e i cittadini, con il Pd e la società, una riflessione politica e sociale seria e profonda per guardare insieme  in modo nuovo al futuro all’interno di percorsi nazionali e regionali”.

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