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Virus riprende e viaggi annullati. Evitare e combattere i profittatori

Le prime timide percentuali di annullamento viaggi cominciano a circolare come indesiderata reazione alle tutt’altro che timide percentuali della ripresa diffusione del virus. In diversi non se ne vogliono ancora rendere conto, ma la realtà è più dura dei desiderata, e le scanzonate ballate di orgoglio italiano di una settimana calcistica fa, cominciano a dare i loro risultati.
Quella sorta di lotta al coltello tra poveri, che avevamo già intuito come rinascita economica a suon di aumenti assurdi, corre il rischio di diventare letale per i consumatori. Già fragili in buona parte e, finito il grasso accumulato da tempi altrettanto grassi, i consumatori hanno provato a mescolare il frugale con la felicità della vacanza, del viaggio, del non-pensiero e del riposo dai riposti lockdown.

In questa realtà da film di fantascienza catastrofista c’è un pericolo umano che si aggira insieme a quello virologico: la fregatura. Gli esperti della fregatura si sono fatti più disperati e più aggressivi. E nonostante gli appelli di governanti e circoli umanitari per agire in modo disciplinato per mantenere a galla la barca comune nella furia della tempesta, la guerra per appropriarsi delle scialuppe di salvataggio è cominciata: nella ignoranza che una volta in mare queste scialuppe non hanno lidi ma solitudini e nuove disperazioni.
Ancora in voga, nonostante diverse perplessità e attentati (anche legislativi), la forza del Diritto, contro quella della spada, sembra poter essere utile.
Diritto che è bene rammentare, ripassare, rispolverare, chiamando tutti i suoi protagonisti e meccanismi alla luce e, in certi casi, alla lotta.

Principio base: ogni annullamento causa covid (divieti di vario tipo) dà diritto al rimborso in soldi al 100%. Ma la prevenzione individuale ognuno se la paga: il timore di covid, fa rientrare l’annullamento nell’ambito dei normali contratti tra fornitore del servizio e utente (penalità, etc).

Trasporti: voli, treni, navi, autobus noleggi. Causa covid sono tutti rimborsabili in denaro al 100%. Se annullano i fornitori per loro esigenze di pianificazione commerciale (aerei con pochi passeggeri, per esempio) e non per covid, in alcuni casi ai consumatori sono dovuti anche indennizzi (1).

Alberghi e alloggi vari. Causa covid sono rimborsabili in denaro al 100%. Causa paura di covid: se da parte del fornitore del servizio, non si esclude l’indennizzo per vacanza rovinata; se da parte del consumatore, occorre verificare le penali specifiche del servizio.

Se l’interlocutore è italiano o comunitario (UE) la richiesta e l’eventuale contenzioso sono “facili”, altrimenti sono “difficili”.
Dopo le richieste di rimborso coi canali più o meno facili che ogni fornitore di servizio mette a disposizione (modulistica e mail), in mancanza di considerazione dopo pochi giorni, occorre passare alle “maniere forti”: pec (solo per i fornitori italiani) o raccomandata A/R di diffida, intimando il rimborso del dovuto e minacciando di rivolgersi alle autorità preposte.

Aduc conforta, consiglia e indirizza: https://www.aduc.it/info/consulenza.php

1 – soprattutto per gli aerei: https://www.aduc.it/comunicato/voli+annullati+vacanze+occhio+alle+regole+covid+non_32919.php

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