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XYLELLA, LE FACCE DELL’EMERGENZA: VIVAISMO PUGLIESE IN GINOCCHIO. BLOCCATE LE IMPORTAZIONI DA PARTE DEI PAESI EXTRAEUROPEI

Si tratta di un comparto che fattura decine di milioni di euro all’anno (oltre all’indotto di manodopera e di fornitori di materia prima) e, dai primi mesi del 2013, in concomitanza con i primi rinvenimenti delle infezioni di xylella, è fermo al palo. Il vivaismo regionale, mille aziende in tutta la Puglia e 150 soltanto in provincia di Lecce, è in ginocchio a causa di questa emergenza; per i vivaisti non c’è più reddito, ma soltanto i costi di mantenimento delle piante. Perché la Regione non ha pensato di prevedere una procedura immediata di indennizzo, che pure era stata promessa, per le piante ferme nei vivai che non possono essere vendute al pubblico per il rischio contaminazione?
Il fenomeno é stato a lungo sottovalutato da chi di competenza e oggi diversi comparti, da quello dell’olivicoltura a quello florovivaistico, dall’apicoltura a quello alimentare, rischiano di non sopravvivere. Si tratta di un circolo vizioso. Stati come l’Albania e l’Algeria hanno già bloccato le importazioni di decine di migliaia di piante, con un effetto devastante per la nostra economia. Non ci sono garanzie e quindi la fiducia dei paesi extraeuropei viene a mancare. Sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico permanente, costituito da esperti del settore, perché si individuino i punti critici e le attività da porre in essere per rilanciare il settore di concerto con le istituzioni.

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