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Zullo a Minervini: “Continua le battaglie di vicinanza con don Tonino Bello”

Di seguito la lettera aperta che Ignazio Zullo (Pdl) ha inviato all’assessore Guglielmo Minervini.
Caro Guglielmo, vorrei sollecitare la Tua riflessione su uno dei passaggi più veri e più sensibili della Tua lettera inviata ieri a Vendola.
Affermavi ciò che noi del PDL, ed io quasi insistentemente, affermavamo con il solo risultato di sentirmi offeso da Vendola in Consiglio con il termine di “cafone istituzionale” nell’indifferenza del presidente del Consiglio e di ogni collega di maggioranza, te compreso, tutti pronti a non contrariare e all’adulazione del potente.
Quando in quella lettera scrivi a Vendola: “I pugliesi, col voto recente, hanno mostrato il loro profondo disappunto verso un governo regionale che, in questo mandato, è stato caratterizzato, sostanzialmente dal primo giorno, dalla precarietà pre-elettorale. Si è radicata la convinzione che la Puglia non fosse il fine del nostro impegno politico ma solo un mezzo” cosa scrivi di diverso rispetto a tutto quello che scrivevo e comunicavo in Consiglio? Nulla!
La diversità è nel tempo e nelle condizioni in cui questa verità è stata denunciata. Io l’ho denunciata dal primi giorno in cui vedevo Vendola inseguire Bersani sui tetti di Roma, volare sui monti della protesta NO-TAV, preferire i TALK-SHOW ai Consigli regionali, mentre la Puglia retrocedeva passo dopo passo e i bisogni dei pugliesi restavano inascoltati nella vostra incapacità di analisi e di autocritica.
Mi fa piacere essere in compagnia di giudizio con una persona che ha tutta la mia stima ma, caro Guglielmo, Ti chiedo perché le verità vengono fuori da voi quando traballa la poltrona o quando il potente di turno non vi coccola più?
Caro Guglielmo, per chi è nelle istituzioni non importa quanto o su quale poltrona un uomo o una donna vive ma quanto lascia il segno del suo vissuto e quanto questo segno sia sentito dalla collettività positivo o negativo e per un Presidente che vantava inizialmente indici di gradimento elevatissimi ritrovarsi con quel risultato che le urne gli hanno consegnato mi da l’idea che il vero “cafone istituzionale” per i pugliesi è Vendola che, come tu dici, ha ritenuto e utilizzato il potere come mezzo per raggiungere propri fini.
Però Guglielmo, non basta scrivere una lettera, io non mi fermerò a questa lettera.
L e vicende relative alla nuova Giunta ci consegnano uno scenario a tinte fosche. Oggi c’è il rischio che il duo Vendola-Emiliano, utilizzando Comune e Regione, diventino una miscela esplosiva di narcisismo e di egocentrismo dentro una politica ridotta a risiko per l’occupazione di spazi e ruoli di potere incentrato sull’io, e nell’illusione collettiva alimentata con slogan e dichiarazioni roboanti ed accattivanti.
Ti tocca continuare le tue battaglie di libertà, di servizio, di lealtà e di vicinanza a quegli ultimi che hai ereditato dai dialoghi di Don Tonino Bello e che, per non dispiacere a Vendola, per qualche anno hai dimenticato e che oggi, con onore, hai ricordato come orizzonte al quale tendere con la nostra azione politica.
Se lo farai, sarai credibile! Se non lo farai, con quella lettera avrai dato l’idea della delusione derivata dalla mancata conferma nella carica di assessore ai trasporti e perciò l’idea di una persona che vive la politica in modo non dissimile rispetto al modo che tu rimproveri a Vendola.
Con immensa amicizia, Ti abbraccio calorosamente

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