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CIRCA VENTIMILA PERSONE HANNO FESTEGGIATO IL RITORNO DEL TALOS FESTIVAL DI RUVO DI PUGLIA

Nei dieci giorni di programmazione la manifestazione, diretta dal trombettista Pino Minafra, ha ospitato circa 400 artisti provenienti da venti paesi diversi

Il doppio concerto del quartetto vocale Faraualla e della Boban i Marko Markovic Orchestra ha chiuso l’edizione 2012 del Talos Festival di Ruvo di Puglia, diretto dal trombettista e compositore Pino Minafra, che dal 7 al 16 settembre si è mosso sul tema Bande – la melodia, la ricerca, la follia.

Il Festival, nato nel 1993 e tornato dopo otto anni al suo spirito originario, ha ospitato venti concerti, cinque produzioni originali, quattrocento musicisti di oltre venti nazionalità, mostre, presentazioni di libri, un convegno e due masterclass frequentate da giovani musicisti non solo pugliesi, ma anche giunti da fuori regione. Circa 20 mila persone nel corso dei dieci giorni dell’articolato programma hanno affollato le piazze e i palazzi del centro storico e il Pala Colombo nel quale sono state spostate due serate a causa del maltempo.

L’anteprima (dal 7 al 12 settembre) in Largo Cattedrale, dedicata alle bande che si sono formate all’interno di istituzioni culturali, dall’associazione comunale all’università, ha ospitato la Banda Comunale di Ruvo di Puglia “Basilio Giandonato”, i 130 giovani allievi dell’Orchestra della Scuola Media Monterisi di Bisceglie; l’Action Band del Liceo Scientifico Tedone di Ruvo, il Complesso Bandistico Atellano, la Banda di Castellana Grotte diretta dal maestro Mario Conte (solista ospite, alla tuba, Domenico Zizzi), l’Improbabilband di Michele Jamil Marzella dell’Università “Aldo Moro” di Bari.

Dal 13 al 16 settembre il Festival ha invece proposto un programma ricco di collaborazioni e nuove produzioni che ha rivelato “il miracolo” dell’incontro tra il suono della banda, il jazz, l’improvvisazione. “I concerti, gli incontri e tutte le attività di questi dieci giorni hanno dato prova che è partito il contagio”, sottolinea il direttore artistico Pino Minafra. “Il Talos ha dimostrato la grande forza della banda, la sua capacità di integrare al suo interno musicisti di diversa estrazione, diversa nazionalità, diverse esperienze. La banda è un luogo irrinunciabile di integrazione e il mezzo attraverso cui si realizza l’identità di un territorio: con questo festival abbiamo inteso celebrare e difendere la banda come straordinario patrimonio collettivo”.

Molti sono stati i nuovi progetti presentati tra il Convento dei Domenicani, la Cantina Crifo e la Scuola Media Carducci nel corso delle quattro giornate clou del festival (13-16): durante i concerti pomeridiani, il fisarmonicista Giacomo Desiante ha affiancato la classe di tuba del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli; è stato poi presentato il nuovo progetto del fisarmonicista albanese Admir Shkurtaj con il trombettista Giorgio Distante e il sassofonista Francesco Massaro; si sono esibiti in un saggio finale i partecipanti della Yamaha Masterclass tenuta dal grande tubista francese Michel Godard, con il maestro come illustre ospite; c’è stato infine l’incontro tra lo stesso Godard, il fisarmonicista Desiante e il percussionista Pino Basile. Un altro tassello importante, che testimonia il ruolo che il Talos ha avuto per i musicisti che lo hanno frequentato nelle edizioni passate, è stato il ritorno al festival dei Tippetts, ovvero il pianista britannico Keith Tippett, accompagnato dalla voce dal timbro scuro e pregnante della moglie Julie.

Migliaia di persone hanno poi assistito ai concerti serali che hanno visto interagire gruppi pugliesi e grandi ospiti nazionali e internazionali. Nelle serate del 13 e 14, in un affollato PalaColombo si sono alternati Bandervish, formazione tra le più innovative apparse negli ultimi anni che unisce le melodie inconfondibili dei Radiodervish con il fisarmonicismo speziato di Livio Minafra e la Banda Giuseppe Verdi di Sannicandro di Bari; la Municipale Balcanica con lo spettacolo “Dio è zingaro” con la partecipazione di Admir Shkurtaj (fisarmonica), Roberto Ottaviano (sax), Giorgio Distante e Vito Mitoli (tromba), la cantante albanese Meli Hajderaj, Carlo Actis Dato e Francesco Massaro ai sassofoni; il solo del tamburellista Carlo Rizzo ospite anche di Pino Minafra & la Banda, ensemble fondato da Minafra nei primi anni ’90 a cui si deve il primo recupero su supporto cd delle arie d’opera del melodramma, le musiche della Settimana Santa e l’aver proiettato la banda nel suono contemporaneo attraverso nuove composizioni. La Banda è stata diretta da Bruno Tommaso, Pino Minafra e Michele Di Puppo e ha visto come solisti ospiti il clarinetto di Gianluigi Trovesi, il tamburello di Carlo Rizzo, la tuba di Michel Godard, la fisarmonica di Livio Minafra e le voci del quartetto Faraualla.

Sabato 15 settembre la pioggia non ha fermato il concerto in Piazzetta Le Monache. Dopo un’intensa apertura dell’incredibile contrabbassista francese di origine catalana Renaud Garcia-Fons e una pausa di circa un’ora a causa di un forte temporale, la serata si è conclusa, nella piazza di nuovo affollatissima con il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco. Collettivo multietnico per definizione, l’OPV è l’orchestra che più di qualsiasi altra simboleggia l’integrazione tra musicisti di diversi paesi e quella che maggiormente si è distinta per la sua sonorità unica, derivante da musica tradizionale, rock, pop, reggae e classica.

L’ultima serata, finalmente sgombra da nuvole, è stata aperta dalle Faraualla con l’eccellente supporto ritmico di Cesare Pastanella, Pippo D’Ambrosio e Angelo Pantaleo. Sul palco del Talos le Faraualla hanno portato la loro “musica di guarigione”, presentando alcuni brani del loro nuovo progetto che ha per tema un affascinante aspetto della cultura tradizionale: la medicina popolare. A chiudere la serata, il travolgente live della Boban i Marko Markovic Orkestar, la brass band serba che ha saputo fondere la tradizione musicale rom con i ritmi contemporanei, passando dalle colonne sonore dei film di Kusturica al palco del famosissimo festival di Guča.

Nel corso del festival le sale del Convento dei Domenicani hanno ospitato anche le mostre “TaloScatti” di Diego Amenduni, “Bande, fuochi e luci” di Raffaele Puce, “TaloSguardi” di Enza Mastria e una raccolta di opere del grande pittore ruvese Domenico Cantatore; il convegno dal titolo “La Banda, un patrimonio da salvare” e la presentazione del libro fotografico di Gianni Cataldi Puglia In Jazz (Caratteri Mobili).

“Il grande successo di pubblico, cresciuto giorno dopo giorno”, ha sottolineato il sindaco di Ruvo di Puglia Vito Ottombrini, “e l’attenzione riservata al festival dai media nazionali e regionali confermano che è stato giusto affidare nuovamente al maestro Pino Minafra la direzione artistica del Talos che è tornato così ai fasti degli anni ’90, durante i quali il nome del nostro paese è diventato sinonimo di musica di qualità e innovazione artistica”.

“Questo Festival è la dimostrazione che la musica e la cultura sono un importante volano per l’economia di un territorio”, ha ribadito l’assessore Pasquale De Palo. “Centinaia di professionisti e volontari e circa quattrocento musicisti hanno lavorato e sono stati ospitati durante il festival grazie alla collaborazione degli esercenti del nostro Paese che hanno ben compreso l’importanza che il ritorno del Talos può avere per la nostra città”.

Il Talos è stato realizzato dal comune di Ruvo di Puglia con il sostegno di Regione Puglia, Provincia di Bari all’interno della rete Apulia Jazz Network sostenuta da Puglia Sounds – PO FESR 2007/2013 ASSE IV.

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