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Acquedotto pugliese, Palese (PdL): “Vendola riferisca in Consiglio su revoca Monteforte. Evidenza pubblica per nuove nomine”

“Purtroppo non c’è due senza tre, quindi temiamo che anche il terzo manager dell’Acquedotto Pugliese negli otto anni di Governo Vendola, sarà presentato come luminare e massimo esperto mondiale di acqua per poi fare la fine dei suoi predecessori: essere mandato via per conclamati fallimenti e/o presunte irregolarità commesse. L’Acquedotto pugliese, la più grande azienda della Puglia e il più grande Acquedotto d’Europa, è l’emblema del fallimento di otto anni di governo della sinistra in Puglia. Oggi il Presidente Vendola manda via Monteforte come a dicembre 2006 mandò via Petrella (peraltro pure dimissionario), adducendo motivazioni, presunte censure della Corte dei Conti e presunte irregolarità commesse da Monteforte nella trasformazione a tempo indeterminato del contratto del Direttore Generale di AQP. E’ indispensabile che la prossima seduta del Consiglio regionale, quindi ben prima della nomina del nuovo Amministratore Unico di AQP, si apra con una informativa urgente del Presidente Vendola al Consiglio regionale e con la distribuzione a tutti i consiglieri della documentazione che ha indotto il Presidente ad assumere ieri la decisione di licenziare Monteforte. In tal senso già questa mattina ho inviato formale richiesta al Presidente del Consiglio Regionale, Introna. Il Consiglio non può essere esautorato dal diritto/dovere di essere informato e di assumere determinazioni in merito all’Acquedotto Pugliese. Né il Consiglio né Aqp possono essere relegati dal Presidente Vendola al mero ruolo di vetrine mediatica per enfatizzare battaglie sull’acqua pubblica”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia Rocco Palese, che aggiunge: “Ciò che rende ancor più urgente l’informativa del Presidente Vendola al Consiglio è anche la possibilità, paventata oggi dalla stampa locale, che il Governo regionale intenda nominare un Consiglio d’Amministrazione (quindi più poltrone) al posto dell’Amministrazione Unico e che anche il Direttore Generale, come i vertici, possa essere nominato dalla politica. Chiediamo poi al Presidente Vendola di mettere ordine e fare chiarezza nel caos dell’attuale legislazione che regola lo status giuridico e la governance di AQP, posto che la Corte Costituzionale con la sentenza N. 62 del 7/3/2012 ha cassato solo alcuni articoli della Legge regionale 11/2011, quelli sulla costituzione dell’Azienda Pubblica Acquedotto Pugliese, sull’affidamento diretto del servizio idrico integrato e sul personale. Restano invece in vigore, ma ad oggi inapplicati, l’art. 7 di quella Legge, in base al quale entro 90 giorni dall’entrata in vigore la Giunta doveva approvare il nuovo Statuto e dopo 30 giorni doveva approvarlo anche il Consiglio regionale; è in vigore anche l’art. 8 della Legge Regionale 11/2011 in base al quale la guida di AQP è affidata ad un Amministratore Unico. Ma, e su questo chiediamo lumi al Presidente Vendola, non essendo stato approvato il nuovo Statuto di AQP dopo l’approvazione della Legge regionale 11/2011, delle due l’una: o lo Statuto del 2010 è decaduto automaticamente dopo l’approvazione della Legge del 2011 e, quindi, ad oggi l’AQP ne è privo, oppure è ancora in vigore lo Statuto del 2010, duramente censurato dalla Corte dei Conti nella relazione di maggio 2012 e in base al quale AQP può essere governato alternativamente o da un Amministratore Unico o da un Consiglio di Amministrazione. Chiarito se esiste o meno lo Statuto di AQP, chiediamo di sapere dal Presidente perché la Giunta è inadempiente rispetto alle parti in vigore della Legge regionale 11/2011. Chiediamo anche – conclude Palese – che il Presidente Vendola si impegni formalmente e solennemente dinanzi al Consiglio regionale a non nominare un Consiglio d’Amministrazione, ma un Amministratore Unico e a seguire procedere di evidenza pubblica sia per il nuovo Amministratore unico sia, a maggior ragione, per il nuovo Direttore Generale, qualora fossero confermate le notizie di stampa in merito alla volontà del Governo regionale di sostituire anche lui”.

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