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Ammortizzatori sociali al collasso: mentre Roma taglia la Puglia muore

Nel 2013 la crisi morde sempre di più le aziende pugliesi, aumentano le ore di cassa integrazione e per tutta riposta lo Stato taglia le risorse. Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna denuncia senza mezzi termini il collasso degli ammortizzatori sociali in Puglia. La situazione non è grave, è disperata, dice, il Governo nazionale non può strangolare questa regione, non può ridurla all’asfissia. A pagare sono i lavoratori e le famiglie e non si tratta di numeri astratti, sono persone. I dati parlano di 40mila lavoratori, tra cassa integrazione (23mila) e mobilità in deroga (17mila, sottostimati perché l’INPS non ha ancora concluso gli accertamenti). Al fabbisogno totale 2012 mancano all’appello 63 milioni, riconosciuti dallo Stato ma non ancora erogati. Nel 2013 la prima tranche per la Puglia prevede 61 milioni, sufficienti sì e no per i prossimi tre mesi e le previsioni sono da autentico tracollo, da fine corsa per la nostra Regione, fa notare Introna. Non potrà essere altrimenti se l’ammontare su base nazionale è stato falcidiato per due terzi: dai 2miliardi complessivi per il 2012 si scende agli 800/900mila per il 2013.
Palazzo Chigi non ci può ignorare, non può restare sordo davanti all’autentico dramma che si vive in Puglia, perché come conferma la Cgil, se quest’anno gli ammortizzatori hanno tenuto lo si deve alla Regione, che ha sopportato da sola il  60 per cento del carico finanziario, sostituendosi in più di un caso al Governo nazionale.
A misurarsi con risorse ridotte sempre più al lumicino ci sono realtà pugliesi allo stremo, dal settore metalmeccanico, al TAC e alla chimica, passando per le società di call center e senza dimenticare situazioni storiche come quelle che penalizzano i lavoratori delle ex CCR, a Bari. Per non parlare del fronte di crisi addirittura spettrale  che rischia di aprirsi a Taranto, con l’Ilva in ginocchio.
Mentre Roma taglia, in Puglia si muore, conclude il presidente del Consiglio regionale, che saluta con soddisfazione la firma dell’accordo per il salotto imbottito ma si associa all’allarme lanciato dalla Uil, nel sottolineare la crescita esponenziale del ricorso alla cassa integrazione: +20,5% ore nel 2012 e addirittura +66,2% rispetto a novembre e +109,1% a dicembre 2011.
Sono cifre impressionanti, che giriamo al Governo centrale, conclude Introna: sono con Cgil, Cisl e Uil quando denunciano che la situazione già drammatica, dello sblocco delle risorse per la copertura degli ammortizzatori sociali, sta assumendo connotati grotteschi.
L’industria e l’occupazione in Puglia, di questo passo, rischiano l’estinzione.

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