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AQUILANE. UNA PERFORMANCE DI VOCI E VISIONI PER RACCONTARE UNA CITTÀ DISPERSA

Prima assoluta della performance di cine-teatro

ispirata alle voci e alle visioni da una città dispersa,

prodotta da Big Sur, Animammersa e OfficinaVisioni.

Lo spettacolo nasce dall’esperienza del film documentario

“Ju tarramutu” del regista leccese Paolo Pisanelli

 

Un ponte tra Lecce e L’Aquila per raccontare attraverso uno sguardo al femminile la città più mistificata d’Italia. È “Aquilane – Voci e visioni da una città dispersa”, performance di cine-teatro il cui esordio nazionale è previsto per il 19 maggio 2013 nel Gran Teatro Parco delle Arti a Monticchio (AQ) alle ore 18.00 e 21.00 all’interno del cartellone della Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli. Lo spettacolo prende corpo dall’esperienza de “Il terremoto delle donne”, presentata con successo al Teatro Petruzzelli di Bari nell’ambito di Frontiere 2011, già risultato dell’incontro tra lo spettacolo teatrale e musicale “Lettere dall’Aquila” prodotto nel 2009 da Animammersa, e il film “Ju tarramutu” diretto dal regista salentino Paolo Pisanelli e prodotto nel 2010 dalla cooperativa leccese Big Sur, OfficinaVisioni, PMI.

“Aquilane” è una performance di cose che accadono dentro e fuori uno schermo cinematografico abitato da ombre, voci e corpi di donne che vivono a L’Aquila. È un viaggio alla ricerca di una città e dei suoi abitanti dispersi tra il prefabbricato e il provvisorio, smarriti tra le impalcature della “messa in sicurezza” e le macerie ancora da rimuovere dopo quattro anni dal terremoto del 6 aprile 2009, sperduti nelle nuove periferie senza le fondamenta della loro storia. A guidare il tutto, un coro di donne aquilane, protagoniste forti e spesso silenziose della reazione umana e civile al terremoto. Aquilane che guardano intorno e dentro di sé, che provano diverse attitudini per far tacere il dolore e lo spaesamento, che producono parole e metafore come fossero mattoni per ricostruire sé stesse e la comunità, aquilane sempre in movimento che reagiscono per riconquistare la propensione al futuro. Aquilane ad occhi aperti e chiusi.

«Per noi – commenta il regista Paolo Pisanelli e socio della cooperativa Big Sur – filmare un territorio vuol dire anche curarlo. Il film diventa uno spazio da abitare per chi non ha casa o vive in territori inospitali, avvelenati. L’esperienza cinematografica è una miccia che innesca un rapporto complesso e intenso con le associazioni e con tutti quelli che volontariamente si prendono cura dei luoghi della città che si racconta. Con “Ju tarramutu”, questo rapporto non è finito con la realizzazione del documentario ma prosegue nel tempo perchè i filmaker si trasformano in sentinelle del territorio. Da questa esperienza, infatti, è nato “Aquilane. Voci e visioni da una città dispersa”, un’esperienza di cine-teatro nata in collaborazione con l’associazione “Animamersa” in cui si racconta dal punto di vista delle donne aquilane sulla città».

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