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Capitale Europea della Cultura, Pacella: “A che serve conoscere il numero dei voti?”

Arrivare secondi o sesti in classifica è la stessa medesima cosa, vince solo chi arriva primo. Nella competizione per la Capitale Europea della Cultura 2019 non sono previsti premi di consolazione, ecco perché sapere se Lecce ha preso 3 o 0 voti è un esercizio banale e puerile.

Il dibattito che si sta sviluppando in queste ore, degno della peggior sociologia della sconfitta, ci allontana ulteriormente dal bisogno essenziale di non vanificare il lavoro fatto.

Cercare di distruggere ciò che resta è un tentativo dannoso e poco onorevole per chi lo mette in atto. Cosa importa, a questo punto, stabilire una posizone di classifica o un numero di voti che non serviranno a mutare la realtà dei fatti? Vediamo allora di fare un ragionamento più serio e più politico.

Il territorio salentino, che pure aveva creduto nelle possibilità di affermazione del capoluogo, ha necessità di ritrovare nuova linfa e spirito di fattiva collaborazione rispetto a quanto avvenuto. Il passo giusto, così come ha fatto il Comune di Lecce, è proprio quello di verificare le condizioni per un lavoro di intesa con la Capitale eletta Matera. Un’attività utile a mettere in luce le affinità tra i territori, la storia comune di un Sud intraprendente e le prospettive di crescita turistica. Nei cinque anni che ho passato a coordinare le Politiche Territoriali e Turistiche della Provincia di Lecce, ho potuto constatare che le operazioni di marketing e le progettualità più valide sono venute fuori da un lavoro di concertazione, partecipazione e coinvolgimento. Se questo lavoro è mancato a Lecce e nel Salento nel concorso per Capitale Europea della Cultura non posssiamo dirlo con certezza, ma la risposta a questa domanda non sta certo nel numero di voti ottenuti.

Il Salento, partendo da una buona posizione, acquisita nel tempo, può scalare la classifica di capitale di fatto della cultura, ma guai a dare l’idea di divisione politica su questioni che dovrebbero stare a cuore a tutti nello stesso modo.

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