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Certificati Anagrafe. Verso lo sfascio?

E’ noto il problema dei passaporti che le questure non riescono a consegnare in tempi civili. Dovunque, bene che vada, si riesce a prendere un appuntamento dopo 3 o 4 mesi. Il tema è all’ordine del giorno del ministero del Turismo, dopo che i danni del settore sono miliardari. Vedremo se troveranno una soluzione.
Meno noto, ma esistente, il problema carte d’identità elettroniche dove, in molte amministrazioni, fanno patire mesi per prendere appuntamenti e consegnarle.

E’ in corso non solo un attentato alla libertà di circolazione dei cittadini, ma anche al loro status di cittadini: fare un certificato agli uffici anagrafe è diventato altrettanto complicato.

I sistemi vigenti sono: online e in presenza. Diversi Comuni si sono organizzati per conto loro e, comunque, esiste il servizio di Anagrafe nazionale (Anpr – 1).
Però, a differenza di come è stato fino alla fine dell’anno scorso, è fruibile solo da chi chiede un certificato per se stesso o per i propri familiari: una circolare del ministero dell’Interno dello scorso 31 ottobre (2) ne ha inibito (privacy) l’uso, per esempio, a edicole, tabaccherie (3), che svolgevano un notevole servizio di snellimento dei servizi anagrafici.
Questo ha portato i servizi in presenza degli uffici anagrafe ad essere più indispensabili di prima. Ma questi servizi non sono all’altezza perché, tra onda lunga del covid e la diffusione del lavoro cosiddetto agile (smart working) molte amministrazioni non hanno personale per far fronte a questi aumenti di richieste agli sportelli.

La situazione è a “macchia di leopardo” anche perché alcuni Comuni non si sono adeguati alla circolare del ministero (4) e aspettano di essere “richiamati all’ordine”, magari facendo valere anche loro presunte autonomie in materia.

Un “bordello” che, presumibilmente, realizzando la cosiddetta “autonomia differenziata” non si può escludere divenga anche peggiore: leggi “autonome” regionali in contrasto con quelle nazionali, dove i responsabili nazionali dovranno soccombere, desistere o impugnare provvedimenti di ogni tipo, con difficoltà di far fronte ad oneri di lavoro che renderanno tutto più complicato, rimandando o impedendo le soluzioni.

Sarebbe opportuno che, con urgenza, tutte le parti interessate si ritrovassero e decidessero una linea unica nazionale da – sempre con urgenza – far approvare da governo e parlamento. Se si va avanti a circolari, interpretazioni e “autonomie”, crediamo che avremo solo una crescita di utenti/vittime,

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