header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

“Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”

Axa Cultura Lecce partecipa alla “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” ospitando negli storici spazi di San Francesco della Scarpa a Lecce, la manifestazione organizzata dal Centro Antiviolenza Renata Fonte – Associazione Donne, che vanta un calendario ricco di eventi, tra i quali la mostra fotografica “PROTAGONISTE” di Monica Taveri.

Alle ore 11.00 di martedì 25 novembre è previsto l’intervento degli studenti dell’Istituto Siciliani impegnati in un flashmob itinerante che farà tappa all’interno della suggestiva Chiesa di San Francesco della Scarpa, ex Convitto Palmieri | Lecce. Alle ore 16.00 verrà inaugurata l’iniziativa alla presenza del Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Lecce Carmen Tessitore, introduce Maria Luisa Toto, Presidente del Centro Antiviolenza Renata Fonte. Si continuerà con la presentazione di ricerca sulla Storia della Violenza nel Territorio Pugliese, a cura di Rosanna Basso, docente di Storia delle donne, Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo, Università del Salento. A seguire la presentazione dei Risultati delle Ricerche sugli effetti psicofisiologici della Intimate Partner Violence, analisi svolta attraverso la convenzione di Ricerca tra il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali (prof.ssa Sara Invitto) e il Centro antiviolenza Renata Fonte. Altri appuntamenti del pomeriggio:

– Lettura di scritti di Donne/Utenti del Centro Antiviolenza Renata Fonte.

– Presentazione del video SANGUEDOLCE, a cura del regista salentino Dario Melissano.

Coordina gli interventi la Delegata del Rettore alle Pari Opportunità, prof.ssa Marisa Forcina, Università del Salento.

Ore 18,00 apertura Mostra fotografica “PROTAGONISTE” , realizzata da Monica Taveri, allestita negli spazi di San Francesco della Scarpa grazie alla collaborazione di Axa Cultura, concessionaria dei servizi di valorizzazione e fruizione dei del Convitto Palmieri.

La mostra, vede protagoniste le Donne del Centro, che si sono proposte per rappresentare il loro percorso di emancipazione dalla violenza, trasformando la loro esperienza di “consapevolizzazione” in immagine.

Gli scatti diventano lo strumento per abbracciare le storie altre e dare la forza di dire Basta

Uscire fuori dal contenimento simboleggiato dagli ambienti del Centro diventa un modo per descrivere la Forza di cui si sono appropriate le Donne che hanno scelto di “metterci la faccia”.

La mostra fotografica, in questo caso, non è uno strumento puramente artistico di rappresentazione della realtà, ma un modo per comunicare ed evidenziare come il fenomeno violenza spesso rappresentato nelle sue forme acute, può ed è puntualmente presente nella nostra normalità e quotidianità .

I gesti, i volti, i movimenti, sono quelli di donne normali, volti del genere femminile senza nessun tipo di connotazione di abuso, anche se, probabilmente per anni, lo hanno vissuto.

La foto rappresenta quello che si può essere, quello che si può manifestare, la possibilità di essere donna senza avere timore dell’opinione di nessuno, l’opportunità di essere corpo senza giudizio, legame, abuso e negazione.

Una mostra fotografica che riproduce un messaggio di consapevolezza dell’essere protette, forti della propria libertà e dignità riconquistata, attraverso la rappresentazione di piccoli gesti, movimenti, riflessioni. Perché chi guarda comprenda che l’essere vittima di una violenza sessuale o di una storia di violenza domestica non si identifica solo con lividi, ferite e tagli. Tutto ciò purtroppo avviene, ma poi il corpo restituisce la sua naturale dignità, cancellandone i segni. E quelle donne ritornano ad essere come milioni di altre donne. Il pensiero invece, ha necessità di conservare i segni cosicché quelle situazioni non si presentino più, per difesa. Senza dimenticare che i segni della mente sono diversi da quelli del corpo. Per farli andare via non è necessaria la fisiologia del corpo, ma è indispensabile la fisiologia della mente: l’autonomia, la solidarietà e una società civile.

Questi scatti raccontano il corpo, la mente, la normalità, in una storia di riappropriazione dell’essere donna.

La mostra sarà visitabile fino al 27 novembre, ingresso libero.

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.