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Gravi irregolarità nelle lavanderie a gettoni o “self-service”

«Gravi irregolarità nelle lavanderie a gettoni o “self-service”». Lo denuncia la presidente della categoria «Pulitintolavanderia» di Confartigianato Imprese Lecce, Regina Lucia Gorgoni.

«Oggi le lavanderie artigianali – spiega – si trovano a dover affrontare una grave forma di concorrenza sleale da parte delle sempre più diffuse lavanderie self-service che esercitano l’attività in maniera abusiva, non rispettando i limiti previsti dalla legge in materia (numero 84/2006). Si approfitta dell’assenza di una definizione precisa degli interventi sanzionatori». In questo modo, «possono offrire servizi e prestazioni che esulano dalle loro competenze, paragonandosi a delle vere e proprie imprese di tinto lavanderie, senza doverne assumere gli obblighi legislativi, sicuramente più restringenti sia in termini di requisiti necessari per lo svolgimento dell’attività sia per rispetto dei criteri igienici e delle fasce orarie di attività sia per gli obblighi previdenziali».

A suo avviso, le lavanderie “self-service” dovrebbero configurarsi come «semplici attività di noleggio attrezzature, con lavatrici ed essiccatoi utilizzati direttamente dalla clientela che acquista il servizio e, quindi, provvede personalmente al lavaggio e asciugatura dei capi attraverso un sistema automatico-meccanizzato».

Tuttavia, «questo non sembra valere per molte lavanderie “self-service”, dove è sempre più frequente incontrare un addetto all’assistenza».

In questo modo, spiega la presidente, «si invade l’ambito di competenza delle tinto-lavanderie, in quanto si offrono servizi che, per legge, possono essere garantiti esclusivamente dalle tinto-lavanderie e si prevaricano i legittimi interessi di quelle imprese che esercitano l’attività nel pieno rispetto della normativa vigente».

In particolare, «è bene ricordare che il mancato rispetto delle norme in materia sanitaria specificamente previste per le tinto-lavanderie, nonché la presenza di personale e la mancata comunicazione del responsabile tecnico, come previsto dalla legge numero 84/2006, configurano l’esercizio abusivo dell’attività di tinto-lavanderia da parte delle lavanderie self-service. Non abbiamo nulla nei confronti di chi opera correttamente e nella legalità – precisa la presidente – ma non è possibile vedere la pubblicità di lavanderie self-service che promuovono il lavaggio ad acqua di piumoni, trapunte o tendaggi, stireria, ritiro e consegna a domicilio. Non è legale e per questa ragione è facile fare prezzi stracciati».

Confartigianato Imprese Lecce invita tutti gli organi preposti a vigilare e ad intervenire con misure adeguate volte a reprimere queste forme di dilagante abusivismo, che costringono spesso alla chiusura della imprese regolari.

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