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Guardia Costiera contro la pesca di frodo: sanzioni e sequestri sul litorale di Otranto

Per gli uomini della Guardia Costiera la stagione estiva non comporta solo il mantenimento del massimo livello di attenzione sotto il profilo della sicurezza balneare e della salvaguardia della vita umana in mare, ma anche la giusta continuità sui controlli in materia di pesca e controllo lungo tutta la filiera ittica, proprio a tutela dei consumatori.

Ed è su questo solco che sempre costanti si mantengono le attività di contrasto alla pesca di frodo, come accaduto ieri presso Sant’Andrea, nel Comune di Otranto, dove a seguito di numerose segnalazioni occorse nei giorni precedenti, gli uomini della Guardia Costiera idruntina sono riusciti a sanzionare un pescatore di ricci che, periodicamente, effettuava la propria attività in maniera illecita e recuperando dal mare un numero di ricci eccedente la quantità minima consentita. Il pescatore sportivo in questione, residente nel comune di Lecce, è stato seguito via terra da una pattuglia che ne ha fotografato tutti i movimenti, fino a coglierlo in flagranza al momento della riemersione. I militari gli hanno subito contestato l’effettuazione di pesca sportiva di ricci con bombole ed erogatore (e non in apnea come previsto dalla vigente normativa) e la detenzione di un quantitativo di ricci derivante dall’attività di pesca 3 volte superiore al massimo giornaliero consentito. Sono scattate immediatamente una sanzione per un ammontare di 4000 euro ed il sequestro amministrativo dell’attrezzatura utilizzata, con il conseguente rigetto in mare di tutti i ricci ancora vivi ed illecitamente pescati.

Nel confermare che anche l’attività di controllo sull’intera filiera ittica proseguirà senza sosta e soluzione di continuità, dal Comando della Guardia Costiera di Otranto rammentano alcune delle norme minime da seguire per la pesca sportiva dei ricci di mare: a titolo non esaustivo, si ribadisce la necessità di effettuare tale tipo di pesca esclusivamente in apnea (con tutte le segnalazioni previste per essere individuabili dalla superficie), l’obbligo di non catturare giornalmente più di 50 esemplari e di verificare che la taglia minima di quelli catturati sia superiore ai 7 centimetri di diametro totale (compresi gli aculei). Queste sono solo alcune delle prescrizioni in materia di pesca sportiva dei ricci, contenute del vigente Decreto Ministeriale 12/01/1995.

Si ricorda inoltre al consumatore finale, che acquistare prodotto proveniente dalla pesca dilettantistica rappresenta un indubbio fattore di rischio per la salute, considerata la carenza delle basilari norme igieniche e l’ignota provenienza del prodotto.

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