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Il Comune di Porto Cesareo delibera il suo ‘No’ alle trivellazioni marine della ‘Shell’

Il consiglio Comunale di Porto Cesareo con voti unanimi “esprime la sua ferma contrarietà a qualsiasi attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi nel mare Jonio e lungo le coste salentine e Pugliesi, e decide di trasmettere copia del provvedimento al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, puntando a coinvolgere nell’iniziativa di contrarietà all’estrazione marina, tutte gli altri comuni interessati, oltre alle provincie di appartenenza”.

L’attività di diniego dell’Ente Jonico, va precisato ad onor di cronaca, prende spunto dalle attività deliberative avviate in passato sia dal Consiglio Provinciale di Lecce, che con propria deliberazione dello scorso novembre 2011 aveva già espresso ‘la propria assoluta contrarietà ad attività di ricerca proposte nel Mar Adriatico’, sia dall’attività della Regione Puglia che ha approvato la proposta di legge inviandola alle Camere inerente il ‘divieto di prospezione ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi’ per salvare il mare pugliese’ poi pubblicata sul Burp numero 126 dell’agosto del 2011.

“Siamo soddisfatti e convinti della decisione presa dal massimo organo del Comune -dice il sindaco Salvatore Albano- delibera adottata ebbene sottolinearlo, con voti unanimi del Consiglio Comunale, e che va ad esclusiva tutela e beneficio  della nostra Comunità e delle altre interessate da questo tipo di attività. I Salentini -spiega il primo cittadino Jonico- sono già vittime di un danno ambientale e di salute causato dall’inquinamento dell’aria e del mare, da parte di alcuni stabilimenti insediati nei territori delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto. Danno al quale va sommato quello dell’assetto visivo geomorfologico e naturalistico del territorio, procurato anche e sopratutto a Porto Cesareo, dalle lottizzazioni selvagge e senza scrupoli oltre che dall’utilizzo spesso e volentieri scriteriato di sfruttamento del sole e del vento attraverso la costruzione di mega impianti fotovoltaici ed eolici. Non possiamo permetterci che lo scempio continui anche con le trivellazioni a mare  -continua Albano- anche perché questo tipo di attività col tempo potrebbe danneggiare seriamente gli habitat e gli ecosistemi marini della nostra splendida Area Marina Protetta. Concludo ricordando che il nostro Comune ha diverse peculiarità paesaggistico ambientali, dall’Amp appunto, (terza per estensione in Italia) al Parco Regionale orientato ‘Palude del Conte e Duna Costiera’ a due siti di interesse Comunitario costieri ed altri due marini e che proprio per tali peculiarità da tempo la politica dell’Ente è e sarà sempre orientata a politiche ambientali di sviluppo sostenibile. Penso che questo e tanto altro che non mi dilungo a spiegare penso possa bastare a giustificare il nostro fermo diniego e la volontà di far valere le nostre ragioni presso qualunque sede agli organi di competenza”.

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