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IL DIACONO DON LUIGI BONALANA HA CONSEGNATO UN’ IMMAGINE DELLA SERVA DI DIO MIRELLA SOLIDORO NELLE MANI DI PAPA FRANCESCO

Nei giorni scorsi, il diacono Don Luigi Bonalana, Segretario di Mons. Vito Angiuli, durante un’udienza in Piazza San Pietro, ha consegnato un’immagine della serva di Dio, Mirella Solidoro, nelle mani di Papa Francesco. Un momento particolarmente emozionante che così racconta il diacono: “La figura di Don Tonino Bello ormai ha affascinato tutta la nostra Diocesi e non solo. In parallelo la diocesi di Ugento S. Maria di Leuca, vescovo Mons. Vito Angiuli, sostiene anche la Causa di beatificazione della serva di Dio Mirella Solidoro. Affascinato da questa splendida figura di santità mi sto prodigando di farla conoscere e di fare apprezzare le sue virtù di santità. Il giorno della venuta di Papa Francesco mi ero prefissato di farle conosce anche Mirella. L’occasione non è mancata.

Il 23 di maggio scorso, grazie al mio vescovo, ho avuto l’opportunità di salutare in Piazza San Pietro Papa Francesco. Ho portato con me un quadretto di Mirella Solidoro. L’ho messo nelle sue mani e lui con grande entusiasmo mi ha chiesto chi fosse. Brevemente, per quello che mie è stato concesso, ho illustrato al Santo Padre la figura di Mirella. Si è soffermato in modo particolare quando le ho parlato della sua cecità e il modo con cui ha accettato la sua sofferenza. Si è chinato sul quadretto, l’ha baciato e l’ha benedetto dopo averlo consegnato al suo segretario. Si è congedato con me con un abbraccio. L’entusiasmo è stato tanto. Mirella certamente ha fatto la sua parte, ne sono convinto. Mi auguro quanto prima, insieme a don Tonino, vederli agli onori degli altari

Antonia Mirella Solidoro nacque il 13 luglio 1964 a Taurisano, da una modesta famiglia di contadini. Terzogenita di cinque figli, visse la sua fanciullezza serenamente, guidata e sorretta dall’amore dei suoi genitori, specialmente della madre, e educata cristianamente dagli stessi e dai padrini che sempre sono stati vicini. A soli nove anni iniziò il suo lento martirio di giovane ammalata. Continui e forti mal di testa la costrinsero a effettuare vari ricoveri ospedalieri e numerose consulenze specialistiche.

Presso l’ospedale di Brindisi, i sanitari riuscirono a diagnosticare, mediante la tac del cranio, un processo espansivo interessante la parete interiore e media del terzo ventricolo. In seguito a tale referto, Mirella fu trasferita all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, nella divisione di neurologia, dove si procedette all’intervento il 28 settembre 1979. All’esame istologico risultò essere un tumore congenito. L’intervento fu eseguito con la speranza di una completa asportazione della massa, che invece fu impossibile effettuare, data l’estensione della stessa e la sede delicata, per cui l’intervento fu solo esplorativo e diagnostico. Intanto Mirella si aggravò e, subito dopo l’intervento, perse la vista ed entrò in coma. I sanitari le dettero qualche mese di vita.

Molti erano i sofferenti che la cercavano o la chiamavano per telefono per avere conforto, consiglio e il sostegno della sua preghiera. Trattava tutti con dolcezza e infondeva serenità, nonostante le sue indicibili sofferenze. Entrando nella sua cameretta di dolore, le persone percepivano l’intima unione che legava Mirella a Dio e respiravano una dolcezza tale che solo la confidenza nel Signore può offrire. Tra le mani teneva costantemente intrecciata la corona del rosario; pregava giorno e notte, perché un’insonnia quasi continua le dava la possibilità di intercedere per tutti. Nel 1998, a causa di intensi dolori, fu costretta a ricoverarsi a San Giovanni Rotondo, nell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”. I sanitari non poterono far nulla. Tornata a casa, continuò nella vita di intensa preghiera e di apostolato verso tutti, ma il parlare le costava molto dolore. Nell’estate del 1999 comparve una febbre continua e forte. Si ricoverò nell’ospedale di Tricase il 27 settembre 1999. Stava molto male; cosciente, rispondeva a stento. Quattro giorni dopo entrò in un coma irreversibile e la mattina del 4 ottobre 1999 si spense con tanta pace, “come un uccellino” disse il medico che la assisteva. Lasciando il suo testamento evangelico: “Vivere per dare – morire per ricevere”, e la certezza che, dal Paradiso, Mirella prega ancora e intercede per tutti.

Mirella fu sepolta nel cimitero di Taurisano. L’8 aprile 2011 la Serva di Dio fu traslata nella chiesa parrocchiale “Santi Martiri Giovanni Battista e Maria Goretti” in Taurisano. Alla Messa, presieduta da Sua Ecc.za Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – S. Maria di Leuca,  partecipò una folla immensa di fedeli e tante altre persone restarono sul sagrato della chiesa. Mirella riposa in un prezioso sarcofago in marmo di Carrara, opera dello scultore locale Prof. Donato Minonni.Molte sono le persone che si recano accanto alla tomba per pregare e chiedere l’intercessione della Serva di Dio. Tanti fedeli lasciano su un registro le loro riflessioni e richieste.

Di Mirella Solidoro, con il nulla osta della Conferenza Episcopale Pugliese il 15 dicembre 2007 e con la comunicazione della Congregazione per le Cause dei Santi del 31 gennaio 2008 è iniziato l’iter per la Causa di Canonizzazione. Il Postulatore Diocesano Padre Cristoforo Aldo De Donno OFM ha raccolto tutta la documentazione necessaria, ha completato l’invito ai testimoni e sta preparando la biografia critica.

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