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La continuità di cura ha bisogno di dati condivisi tra ospedale e territorio

Fascicolo sanitario e cartella clinica elettronici, ecco le esperienze virtuose
L’eHealth o “sanità elettronica” ha aperto a nuovi scenari che intrecciano medicina
informatica, sanità (pubblica e privata) e imprese con soluzioni applicabili all’intera gamma di
funzioni del sistema sanitario e alle nuove tecniche di interazione medico-paziente. Per una migliore
gestione della salute del paziente sono necessarie una riduzione del rischio clinico associato l’errore
umano e una completa digitalizzazione dei processi clinici per avere un formato unico e uniforme
condivisibile tra i professionisti e le varie strutture. Le soluzioni che lo consentono sono la
digitalizzazione dei processi clinico ospedalieri (continuità assistenziale, gestione della
farmacoterapia e gestione dei processi di laboratorio) la configurazione della cartella clinica
elettronica (smart care system, assistenza domiciliare integrata, cure palliative) e progetti per
favorire lo scambio distanza di informazioni tra gli operatori sanitari.
Due esperienze sul territorio nazionale dimostrano come grazie all’introduzione del fascicolo
sanitario elettronico (FSE) in Emilia Romagna e della nuova cartella clinica elettronica presso il
Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma sia notevolmente cambiato il modo di
erogare le prestazioni sanitarie ai cittadini e di garantire la continuità di cura al paziente. I risultati
sono entusiasmanti e potrebbero essere replicati in altre regioni.
Di questo si è parlato in un nuovo incontro dell’Academy di alta formazione di Motore Sanità
Tech dal titolo ‘I dati in Sanità e la Cartella Clinica Elettronica’ realizzato grazie al contributo
incondizionato del Gruppo Lutech.
La best practice in Emilia Romagna è rappresentato dal Fascicolo sanitario elettronico. E i dati lo
confermano. Si è passati da avere pochi utenti a molti utenti, pari a 20 milioni di utenti SPID (un
terzo degli utenti italiani). Nell’ultimo trimestre, grazie a SPID, gli accessi al fascicolo sanitario
elettronico sono stati 7,5 milioni da circa 650mila utenti (mentre sono 2,5 milioni gli accessi in app
da circa 250mila utenti). Per quanto riguarda gli utenti che accedono attraverso sistemi di
autenticazioni precedenti (che dovranno smettere di funzionare a settembre 2021) sono stati
14milioni. Le donne accedono di più al fascicolo sanitario elettronico rispetto agli uomini; il range
di età è del 6% per la fascia entro i 24 anni, del 13% per la fascia 25-34 anni, del 19% per la fascia
35-44 anni, del 25% per la fascia 45-54 anni, per poi riscendere nella fascia 55-64 anni al 19% e al 18
fra gli over 65. Il provider Lepida sta crescendo di 50mila utenze al mese, dalle 10mila alle 15mila
a settimana.
Il fascicolo sanitario elettronico inoltre contiene referti di laboratori, di radiologia, di specialistica e
di pronto soccorso; le lettere di dimissioni post ricovero, il bilancio di salute, la parte del certificato
vaccinale, il certificato medico sportivo agonistico, la parte delle prescrizioni specialistiche e delle
prescrizioni farmaceutiche. Inoltre contiene i piani terapeutici, i referti di percorsi interni ospedalieri,
la parte del tesserino sanitario e delle autocertificazioni, nonché comunicazioni mirate al cittadino
per l’attivazione di alcuni percorsi (di screening), lettere solleciti e buoni celiachia. E ancora: sono
800milioni i documenti indicizzati, le prenotazioni sono cresciute enormemente: nell’ultimo
periodo ne sono state registrate quasi 60mila. L’app Speed only registra circa mezzo milione di
download e accessi mensili pari a 2,5 milioni e 250mila utenti.
“Abbiamo usato il fascicolo sanitario elettronico come strumento per le prenotazioni vaccinali contro
il Covid e i dati emersi sono interessanti – ha snocciolato altri dati Gianluca Mazzini, Direttore
Generale Lepida -: con la campagna over 70, escludendo le farmacie come Hub di prenotazione,
l’online ha battuto la somma fra le prenotazioni telefoniche e quelle fatte tramite sportello. La
campagna vaccinale over 65 ha confermato il dato e ha mostrato un ulteriore aumento del 30-40%.
Oggi stiamo ragionando se il fascicolo deve rimanere solo sanitario o può diventare anche sociosanitario”.
La nuova cartella clinica elettronica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma è una
concreta testimonianza sull’implementazione di un progetto di digitalizzazione del dato ospedaliero,
che ha portato ad un miglioramento della qualità della documentazione clinica, riduzione del
rischio, integrazione dei processi clinici con quelli amministrativi e incremento del volume di
dematerializzazione. L’architettura applicativa alla base del nuovo sistema è basata su un approccio
modulare best-of-breed che prevede la presenza di un enterprise service bus centrale per le
integrazioni tra i diversi moduli.
“L’introduzione della nuova Cartella clinica elettronica è avvenuta ad ottobre 2020 e nell’ambito di
un più ampio e complesso percorso di evoluzione del Sistema informativo ospedaliero del Policlinico
Universitario Campus Bio-Medico, partito circa 6 anni fa – ha spiegato Marco Venditti, Responsabile
Gestione Operativa – Area Sistemi Informativi Policlinico Universitario Campus Bio-medico, Roma -.
L’implementazione della nuova Cartella ha rappresentato una importante opportunità per
l’evoluzione dei processi in ambito clinico e dei processi assistenziali e ha permesso di ottenere
importanti risultati in sette mesi: una documentazione clinica omogenea e conforme agli standard
qualitativi JCI, grazie anche all’adozione di minimum data set stabiliti dalla direzione clinica; la
registrazione dei dati contestuale agli eventi clinici e più immediata accessibilità ai dati clinici da
parte di tutto il personale sanitario; nonché l’adozione pervasiva della firma digitale ovvero
tracciabilità completa della documentazione clinica; per il paziente, che ha disponibile tutta la
documentazione ambulatoriale tramite il portale paziente my-hospital; l’implementazione di un
efficace sistema di alert che fornisce indicazioni agli operatori sanitari sia sullo stato di compilazione
della cartella che sullo stato di salute del paziente con conseguente riduzione del rischio clinico e la
corretta integrazione tra CCE e gli altri moduli ha permesso di potenziare sia i processi clinici che
quelli amministrativi”.

I prossimi passi riguarderanno l’implementazione del modulo di gestione della terapia e dei
parametri vitali e contestuale introduzione di un sistema di supporto alle decisioni cliniche;
l’introduzione di un modulo di raccolta e gestione di dati anonimizzati da utilizzare per la ricerca e
i trial clinici. “I vantaggi che ci si aspetta nel medio periodo riguardano il miglioramento
nell’appropriatezza della documentazione clinica di ricovero e dell’aderenza agli standard di qualità,
il miglioramento nell’efficienza dei processi di refertazione grazie alla più ampia disponibilità di dati
storici strutturati e richiamabili e il miglioramento generale della qualità delle cure anche grazie ad
un uso strutturato di tecnologie a supporto delle decisioni cliniche”

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