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La democrazia compiuta a partire dall’ambiente

Un intervento di Luigi Russo, presidente dell’associazione SOS Costa Salento, sul blocco del Tap e sul metodo di consultazione alla base di questa decisionale

La Commissione VIA della Regione Puglia il 15 gennaio 2014 si è espressa: il gasdotto TAP non deve entrare sul territorio pugliese attraverso la porta della costa di San Foca, per motivi di carattere ambientale e di sicurezza. Mi sembra questa posizione condivisibile, anche perché arriva dopo un periodo di lunghe riflessioni e confronti tra la Regione (l’assessore Minervini in particolare) e cittadini e sindaci. Per la prima volta, potremmo dire, le cose che riguardano la vita di tutti e/o la salvaguardia dei Beni Comuni, non vengono decise e licenziate nello spazio ristretto di uno studio di un manager, o di un dirigente d’azienda, o di una commissione o camera politica, valutando solo i pro e i contro dal punto di vista economico, magari sotto la pressione delle lobby. Sono contati molto, questa volta, i punti di vista anche dei cittadini, che sono sempre più informati, e per questo sempre più esigenti. Non sappiamo che cosa accadrà ora, se il governo nazionale che ha già firmato un accordo internazionale, rivedrà la sua posizione, troverà delle alternative, chiederà nuove garanzie, cercherà di produrre nuove rassicurazioni sul progetto TAP… Ma è certo che un nuovo processo politico si è inaugurato, e non si può tornare indietro; e non si tornerà indietro anche perché i cittadini non lo permetteranno.

Da qui tuttavia deriva un’altra riflessione: e se questo metodo della consultazione trasparente lo spostassimo anche sulle decisioni che riguardano, nel Salento ma non solo, le cementificazioni (villaggi turistici nella zona di Nardò, Porto Cesareo, Castrignano del Capo, Corsano, ecc.), la costruzione di mega autostrade mangia soldi, suolo e vegetazione (Maglie-Otranto, SS 275 Maglie-Leuca, Regionale 8 Lecce-San Foca, Rondò monumentali, ecc.), che cosa accadrebbe? Sicuramente si attenuerebbe il potere delle lobby delle costruzioni, che praticano il cinismo del ricatto occupazionale, e si conserverebbe e salvaguarderebbe un po’ di più la specificità del territorio Salentino, che è un bene prezioso non infinito.

Infine un altro grande cantiere di idee, anche questo partecipato e trasparente, dovremmo metterlo in piedi sul tema dello sviluppo e del turismo, perché è ormai chiaro che non ci sarà futuro, per la nostra economia, per la nostra società, se non a partire da questo giacimento fondamentale che è il Salento nella sua essenza naturale-culturale.

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