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LA PROVINCIA DI LECCE DEDICA LA PINACOTECA DEL MUSEO PROVINCIALE AD ANTONIO CASSIANO

Ad un anno dalla sua scomparsa, la Provincia di Lecce rende omaggio con un evento speciale ad Antonio Cassiano, “legando” il suo nome ad un luogo d’eccezione che lo rappresenta e ricorda in modo particolare e significativo.

Martedì 17 maggio alle ore 19, nel Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, in viale Gallipoli a Lecce, si svolgerà la cerimonia di intitolazione della Pinacoteca dello stesso Museo ad Antonio Cassiano, storico dell’arte e intellettuale di grande impegno e valore, direttore del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce dal 1994 al 2012, direttore del Museo della Civiltà bizantina di Santa Maria di Cerrate e dirigente del Servizio Attività culturali e Sistemi museali della Provincia di Lecce.

Interverranno il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, la consigliera provinciale con delega alla Cultura Simona Manca, il direttore del Polo museale della Puglia Fabrizio Vona e il soprintendente delle province di Lecce, Brindisi e Taranto Maria Piccarreta.

L’evento sarà preceduto (ore 18, auditorium del Museo provinciale) dalla presentazione del volume “Atlante del barocco in Italia. Lecce e il Salento 1”, dedicato ad Antonio Cassiano, già direttore del Centro studi sul Barocco della provincia di Lecce. Curata da Vincenzo Cazzato e Mario Cazzato, la pubblicazione è stata realizzata da Provincia di Lecce, Arcus Arte Cultura e Spettacolo e Fondazione Cassa di risparmio di Puglia.

Sono previsti gli interventi del presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, del presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Puglia Antonio Castorani, del rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara, del direttore di Atlante del barocco in Italia Marcello Fagiolo.

Il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone spiega le ragioni dell’iniziativa: “Antonio Cassiano è stata una personalità che ha segnato in maniera determinate gli studi artistici di Lecce e del Salento e i rapporti con altre realtà nazionali ed internazionali. Il suo lungimirante lavoro e la sua appassionata dedizione sono stati fondamentali per far acquisire, negli anni, un prestigio crescente al Museo provinciale e al Centro restauri. La scelta di intitolargli la Pinacoteca nasce proprio dal sincero desiderio di lasciare un’ulteriore traccia del suo percorso di vita, di continuare a mantenere vivo il suo ricordo nel tempo”.

Aggiunge la consigliera provinciale con delega alla Cultura Simona Manca: “Tonino Cassiano era un uomo straordinario che ci ha insegnato tantissimo. Un vero interprete della Cultura, alla quale ha dedicato tutta la sua vita, animato sempre da un’insaziabile fame di conoscenza. Noi tutti salentini abbiamo il dovere di raccoglierne l’eredità intellettuale e farne tesoro per continuare a crescere come lui immaginava nelle sue appassionate visioni. Ecco perché abbiamo voluto legare a doppio filo il suo nome alla Pinacoteca, un luogo di grande bellezza, simbolo e testimonianza, anche per le generazioni future, di ciò che Tonino era capace di pensare e fare”.

Nato a Talsano, in provincia di Taranto, Antonio Cassiano ha frequentato il liceo “Archita” a Taranto e si è laureato in lettere Moderne nel 1974, presso l’Ateneo leccese, con voti 110/110 e lode, discutendo una tesi su Vincenzo Ciardo, avendo come relatrice Maria Luisa Ferrari. Subito dopo si è iscritto al Perfezionamento in Storia dell’Arte presso l’Università di Urbino, conseguendone il titolo con il massimo dei voti (70/70).

Nel 1974 ha vinto una borsa in catalogazione dei beni culturali, bandita dalle Università di Napoli e Salerno, e ha partecipato al concorso di ammissione ai corsi di perfezionamento (classe Scienze Umane, Storia dell’Arte) della Scuola Normale Superiore di Pisa, conseguendo l’idoneità. Sempre nello stesso anno ha vinto una borsa di studio presso la fondazione “Roberto Longhi” a Firenze, alla quale ha rinunciato per assumere il ruolo di ispettore Storico dell’Arte presso il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce, il primo novembre del 1975, dopo aver superato il relativo concorso. Nel 1987 viene chiamato dal Formez di Matera a impartire lezioni di Storia dell’Arte, presso le sedi della Soprintendenza di Matera, nell’ambito di un corso di formazione professionale per storici dell’arte e direttori di Museo. Al 1989 risale la nomina a direttore del Centro di Studi sul barocco, appena costituito a Lecce con la presidenza di Marcello Fagiolo e il coordinamento di Vincenzo Cazzato.

Dal 1994 al 2012 è stato direttore del Museo provinciale Castromediano di Lecce, direttore del Museo della civiltà bizantina di Santa Maria di Cerrate, dirigente del Servizio Attività culturali e Sistemi museali della Provincia di Lecce.

Dal primo ottobre del 1995 è stato docente di Museologia presso la Scuola di ppecializzazione in archeologia classica e medievale “Dinu Adamesteanu” dell’Università degli Studi del Salento, mentre dal 1995 al 2012 ha tenuto corsi di Storia dell’Arte medievale in Puglia presso la Facoltà di Beni culturali.

Dopo aver svolto dapprima il ruolo di segretario generale (2002) e poi quello di vicepresidente (2005), nel 2008 è stato eletto presidente del Centro di studi salentini. Il primo agosto 2012 ha concluso il percorso di direttore del Museo e dirigente della Provincia e, per le sue competenze specialistiche, è stato nominato nel consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e nel consiglio d’indirizzo presso la fondazione Cassa di risparmio di Puglia.

Tra le sue attività si segnalano allestimenti museali, organizzazione di convegni, di mostre e pubblicazioni. Lungimiranza e intelligenza sono le migliori qualità impiegate nell’allestimento di musei, come il Museo delle Tradizioni Popolari di Santa Maria di Cerrate (1976); la Pinacoteca del “Castromediano” (1979), che acquista un suo spazio autonomo nella nuova sede dell’ex collegio Argento, riadattata dal restauro di Franco Minissi; il Museo civico di San Cesario di Lecce (1980), nell’attico del Palazzo Ducale ,dopo un significativo restauro dell’architetto Roberto Bozza. Intuendo il valore storico-artistico degli affreschi scialbati che ricoprivano le superfici parietali della chiesetta di San Giovanni Evangelista, Tonino Cassiano convinse il sindaco di San Cesario a intraprenderne il restauro, promettendo il sostegno del Museo provinciale e quello della Soprintendenza pugliese. Il restauro ha poi consentito di recuperare e rendere leggibile un ciclo di affreschi, che arricchisce le conoscenze sul periodo bizantino nel Salento.

Nel 1981 Tonino Cassiano ha organizzato due convegni: uno di livello internazionale, in collaborazione con ICOM e l’altro su “La pietra: interventi, conservazione, restauro”. Avendo acquisito una consolidata e straordinaria capacità organizzativa, ha allestito una sala del “Castromediano” dedicandola agli “Artisti salentini contemporanei” (1985) e ha organizzato un altro importante convegno “Santa Croce a Lecce: storia e restauri” (1989). In questo periodo è nata, con Marcello Fagiolo e Vincenzo Cazzato, l’idea di una collaborazione con l’istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (Santa Croce e le stelle del barocco), che ha portato alla produzione di sette opere medaglistiche raffiguranti altrettante perle del barocco salentino (1990).

E’ rimasto nella memoria, come insolito, ma non raro esperimento, il primo Corso di studi sul Barocco, dedicato al restauro (3-7 maggio 1993) e frequentato da studenti e da giovani architetti che, in seguito, lo hanno incoraggiato a organizzare almeno cinque Seminari all’anno sulle tecniche artistiche e il restauro, in collaborazione con l’Istituto centrale del restauro, l’opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza per i Beni AAAS di Puglia, l’Università degli Studi di Lecce, con l’obiettivo di mettere a confronto differenti metodologie. Nel nuovo millennio, ragionando da vero connoisseur, ha rincorso le opere, dall’arte classica al Medioevo e fino al presente, per collocarle nel significato e nel contesto culturale del loro tempo. A questa idea rispondono gli allestimenti del Museo Diocesano di Gallipoli (2004), del Museo della radio a Tuglie (2004), del Museo Diocesano di Ugento (2005), della fondazione Museo Caroli a San Pietro in Lama e del Museo “Adolfo Colosso” di Ugento (2008) e l’avvio, nel 2013, del Museo Diocesano di Nardò.

Antonio Cassiano è scomparso il 30 giugno 2015, all’età di 69 anni.

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