header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

L’arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio consacra la nuova chiesa parrocchiale di San Bernardino Realino

Domani l’arcivescovo di Lecce Domenico Umberto D’Ambrosio consacrerà la nuova chiesa parrocchiale di San Bernardino Realino. La solenne concelebrazione eucaristica prenderà il via alle ore 18:30. Sarà un’altra giornata storica per l’Arcidiocesi di Lecce, all’interno dell’Anno della Fede e a pochi giorni dall’avvio della Visita pastorale alla città: la nuova chiesa sarà al servizio di un quartiere che si espande tra Lecce e San Cesario, che diventa sempre più popoloso, vivendo tutte le ansie, gioie e speranze nostro tempo. Il nuovo complesso parrocchiale, realizzato anche attraverso un contributo dell’8 per mille della Cei, sarà un luogo di Fede e di Incontro, grazie all’impegno di tutti coloro che ne hanno voluto la realizzazione e si sono spesi con tutte le forze perché si concretizzasse .

“Si può immaginare quali impegno e sforzo abbia richiesto l’edificare da zero una nuova casa di Dio, per di più per una comunità che l’aspettava da quarant’anni”, ha dichiarato a L’Ora del Salento il parroco don Michele Marino. “E’ necessario continuare con maggiore slancio il nostro cammino pastorale anche attraverso il proficuo utilizzo delle nuove strutture”, ha continuato.

“Mi auguro che l’apertura del nuovo luogo di culto – ha aggiunto – costituisca l’incentivo per una più intensa ed entusiastica pratica di fede per un crescente numero di parrocchiani; stimoli inoltre gli operatori pastorali ad allargare l’orizzonte del loro impegno rendendolo più coinvolgente soprattutto verso coloro che si sentono ancora lontani dalla realtà ecclesiale e verso coloro che solo da poco abitano nel territorio”.

Il progetto è stato realizzato dagli architetti Daniela Ezia Boscia (capogruppo), Ilaria Levantesi e Stefano Mavilio. Liturgista è stato padre Silvano Maggiani OSM, la consulenza illuminotecnica è stata curata da Chiara Carucci. L’aula liturgica e la cappella feriale sono state progettate secondo i parametri Cei per una parrocchia con un numero di abitanti compreso tra 4001 e 5000; il calcolo ha generato una superficie di mq. 477, mentre gli uffici, sagrestia e servizi si sviluppano su mq. 177. La chiesa può ospitare circa 300 persone (oltre alle 50 della cappella feriale).

La direzione lavori è stata eseguita dall’architetto Giuseppe Fiorillo e dal geometra Francesco Moretto,  mentre la sicurezza è stata affidata all’Arch. Andrea Fiorillo. Le opere artistiche: altare, ambone, sede, battistero, sono state realizzate, tutte in pietra leccese, dal maestro Marrocco.

L’appalto dei lavori è stato affidato all’Impresa Leo Construction Spa, per le opere edili ed alla ditta De Giorgi Giovanni per gli impianti elettrico-domotico, amplificazione ed allarme.

Scheda della nuova Chiesa di San Bernardino Realino

La nuova chiesa comprende l’aula liturgica, completa di presbiterio e relativi poli liturgici “maggiori” (altare, ambone, sede e custodia eucaristica); un piccolo atrio per ospitare la bacheca degli annunci parrocchiali; il fonte battesimale; una cappellina devozionale; la scala per salire al campanile. Comprende inoltre, in un volume più basso, la cappella feriale completa di un piccolo patio all’ingresso.

La sagrestia e i nuovi uffici parrocchiali comprendono: la sagrestia con accesso diretto alla canonica esistente ed all’aula principale; i servizi igienici suddivisi in uomini, donne e portatori di handicap; il locale per la preparazione degli addobbi floreali; un piccolo portico sorretto da pilastrini e antistante corte di accesso.

L’AULA LITURGICA

L’aula maggiore, alla quota del piano stradale affaccia sul piccolo sagrato con la sua Porta Regale, in asse con l’altare. La porta è inquadrata da un grande portale in pietra, recante un complesso programma simbolico a guisa di calendario liturgico, recante in chiave la Gerusalemme celeste, affiancata dalle due porte-sostiziale ed equinoziale- e preceduta, da terra al cielo, dai simboli delle stagioni e delle costellazioni.

La chiesa è separata dal sagrato da un piccolo atrio, che a sua volta immette all’aula con ampia porta centrale vetrata e porte laterali: sulla destra con accesso allo spazio dedicato alle comunicazioni parrocchiali, alla penitenzeria ed alla scala del campanile; sulla sinistra con accesso al fonte battesimale.

Il sagrato, l’atrio e l’aula, sono collegati visivamente da un percorso processionale, riconoscibile per un diverso formato del lastrame del pavimento. Precede l’aula l’alta facciata, alla quale si è voluto assegnare il maggior valore di riconoscibilità dell’intero complesso, secondo quanto insegnato dalla tradizione cristiana per gli edifici di culto. La facciata infatti, oltre a raggiungere un’altezza maggiore dell’aula liturgica principale, e ad essere affiancata dal più alto campanile, al quale si assegna il compito di rendere visibile l’intero complesso in un territorio senza particolari caratteristiche geo-morfologiche, è sede della maggior parte del complesso progetto iconografico, che prevede dal basso verso l’alto: il portale, il bassorilievo a mezza altezza e il grande rosone circolare al colmo, che prende luce da oriente. La facciata, a rimarcare ulteriormente la sua appartenenza alla iconografia architettonica tradizionale, è sagomata a timpano curvo, spezzato sull’asse mediano, secondo le modalità del barocco leccese, opportunamente semplificato e reinterpretato.

L’aula è unica; ha proporzioni tendenti al quadrato con area presbiterale sul fondo, doppia abside alle spalle dell’area dell’altare, e un soffitto a travi incrociate a doppia orditura, delle quali quella principale rispecchia le diverse gerarchie dei poli liturgici, rimarcando il percorso centrale dalla porta all’altare e la “centralità disassata” del luogo della parola. La parete sinistra dell’edificio-chiesa (quella a nord) è aperta con ampie finestrature verticali a rimarcare il percorso processionale che dalla porta reca alla sagrestia. Il lato destro, esposto alla luce violenta del levante e del mezzogiorno non presenta bucature di rilievo; un percorso analogo e simmetrico a quello precedentemente descritto, reca alla cappellina Mariana, in zona absidale ed alla schola cantorum. Centralmente il bema ospita i poli liturgici maggiori: l’altare, in asse con la porta; sulla destra trovano posto l’ambone, con il basamento per il cero pasquale, ed il crocefisso, già in possesso della comunità parrocchiale; sulla sinistra la sede del presidente dell’assemblea. La parete absidale funge da separazione tra l’aula liturgica e la cappella feriale. In essa, in posizione centrale, è collocata la custodia eucaristica, affiancata dalla fiamma perenne, con accesso esclusivo dalla feriale -che diviene così anche cappella della adorazione ma con visibilità dall’aula.

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.