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Le imprese edili ricorrono contro l’IMU

La tassazione patrimoniale sui beni prodotti ed invenduti delle imprese edili, e non sui beni patrimonio, è la maggiore ingiustizia dell’imposta  IMU. Si tratta di una assurdità, di un vero esproprio che penalizza il settore dell’edilizia  residenziale e non, essendo esclusi altri settori che pure hanno beni  invenduti (per tutti le automobili).

Poiché non si sono avuti i risultati “promessi” nelle competenti sedi governative e politiche, l’Associazione Nazionale Costruttori  Edili (ANCE) ha promosso il contenzioso per far valere l’illegittimità costituzionale  e/o il contrasto con la normativa comunitaria dell’imposta patrimoniale  IMU, avviando una “causa pilota”. Una impresa avuto il diniego alla richiesta presentata al Comune di rimborso dell’imposta, impugnerà di fronte alla Commissione Tributaria Provinciale  il provvedimento di diniego, sollevando in via incidentale la questione di legittimità costituzionale e/o comunitaria. La decisione presa risponde alle esigenze sollevate dalle imprese  edili duramente colpito da un prelievo smisurato, che in molti casi,  ha ulteriormente aggravato  situazione già al limite della sopravvivenza economica.

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